Aumento stipendio per chi resta a lavoro pur avendo raggiunto l’età per andare in pensione. È uno degli interventi inseriti nel DDL Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri.
Si parla, in particolare, di un aumento di cui potranno beneficiare gli over 62 con 41 anni di contributi (quota 103) che volessero proseguire a lavorare. Un modo per spronare i lavoratori a rimandare l’uscita dal mercato del lavoro, pensato sulla scia del cd. Bonus Maroni, che prende il nome dall’ex Ministro del Lavoro recentemente scomparso.
Ma di quanto aumenterà lo stipendio a coloro che decideranno di proseguire a lavorare oltre il limite? A spiegarlo nel dettaglio è Il Sole 24 Ore, nell’edizione in edicola domenica 27 novembre.
La misura contenuta negli ultimi testi del DDL di Bilancio prevede un super incentivo del 33%, ossia una decontribuzione totale. In pratica, chi opta per il bonus contributivo riceverà direttamente in busta paga il valore della quota di contributi previdenziali a carico del lavoratore, che diversamente avrebbero dovuto essere versati all’INPS.
Ciò farebbe salire la busta paga dei lavoratori dipendenti in maniera sostanziale. Si parla, per esempio, di circa 280 euro netti al mese nel caso di un reddito lordo annuo da lavoro di 15 mila e addirittura di quasi 690 euro netti al mese con un reddito lordo da 50 mila euro l’anno.
Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Come specifica il quotidiano, infatti, il rinvio (“volontario”) dell’uscita anticipata con i requisiti di quota 103 bloccherebbe di fatto in modo automatico il livello della pensione, che rimarrebbe per sempre “leggera”.