Il Governo ha deciso di tagliare il Reddito di Cittadinanza a 7 mesi per gli occupabili perchè è l’azione più semplice che avrebbe potuto mettere in campo. Più difficile invece puntare all’inserimento/reinserimento lavorativo di tutti i circa 600mila occupabili, vale a dire i percettori che hanno tra i 18 ai 59 anni che durante questo 2023 saranno coinvolti dal taglio del sussidio.
E’ questo il messaggio che manda Paolo Ferrero, esponente di Unione Popolare, in TV, su Rete4, durante la trasmissione televisiva Zona Bianca condotta da Giuseppe Brindisi.
“Il lavoro per tutti non c’è e non c’è soprattutto in alcune aree del Paese. Se togliamo il reddito di cittadinanza ai disoccupati, quelli saranno obbligati ad accettare qualsiasi cosa gli proponi, anche la peggiore” sottolinea l’esponente della sinistra extra parlamentare.
Al centro del dibattito c’è l’investimento che il Governo intende fare per mettere in relazione la domanda e l’offerta di lavoro, passando per la formazione dei percettori. E allora su questo punto ritorna Ferrero che rincara la dose verso gli esponenti governativi presenti, Maurizio Gasparri (Forza Italia) e Maurizio Lupi (Noi Moderati):
“Perchè per avvicinare la domanda e l’offerta volete togliere 500 euro a quella persona? Dategli un bel posto di lavoro e lui, se lo rifiuta, glieli togliete. Una volta che avere scritto nella legge, come è scritto, che se rifiuti anche una sola offerta di lavoro come fanno a dire che il Reddito di cittadinanza è un ostacolo a mettere in rapporto offerta e domanda, perchè il Reddito quello lo perde se non va a lavorare. Invece loro vogliono togliere il Reddito anche se tu non hai avuto un’offerta di lavoro. Non so se è chiaro. Lo vogliono togliere ai disoccupati, non ai fannulloni o ai lazzaroni”.
Insomma il Governo non farebbe altro che scaricare ogni responsabilità sui percettori senza prendere impegni concreti per il loro reinserimento. Diversamente un Esecutivo che non teme di fallire la sfida della ricollocazione dei percettori, non dovrebbe tagliare il Reddito nel momento in cui ha anche stabilito che con la prima offerta di lavoro quel sussidio lo si perde immediatamente. Sarebbe bastata solo quest’ultima norma per “azionare”, da un lato l’esclusione dal sussidio dei furbetti occupabili, e dall’altro il processo di graduale ri-occupazione dei percettori.