Caccia ai lavoratori stagionali per le aziende operanti nel turismo, nella ristorazione e nell’agricoltura. Secondo le elaborazioni Anpal-Unioncamere, tra gennaio e marzo 2023 sono attese circa 504 mila assunzioni.
Complice soprattutto la stretta al Reddito di Cittadinanza, che dal prossimo agosto non convergerà più nelle tasche dei percettori occupabili, c’è chi si è già messo in moto alla ricerca di un impiego e chi, per cominciare, ha rinunciato a fare domanda di RdC nel 2023. Tant’è che dal 2021 al 2022 sono 200 mila in meno coloro che hanno deciso di ricorrere al sussidio.
Le imprese turistiche e balneari, della ristorazione e dell’agricoltura stanno già iniziando a leccarsi i baffi.
Stagionali 2023: ristorazione, spiagge e agricoltura
Albergatori in fermento per la prossima stagione turistica che si apre il prossimo aprile con la Pasqua. Attesi livelli di assunzione pre-pandemici, come spiega il direttore generale di Federalberghi Alessandro Nucara:
«Se non accadono elementi nuovi: una impennata Covid, un decollo senza controllo dell’energia e una deflagrazione più estesa del conflitto ucraino, pensiamo che l’occupazione nel settore alberghiero tornerà ai livelli pre-pandemia quest’anno. Vale a dire 350 mila occupati. Questo vorrebbe dire una crescita di 35 mila posti per un aumento del 10 per cento».
Assunzioni in aumento anche per gli stabilimenti balneari. Secondo le previsioni della Federazione nazionale balneari, da Pasqua a ottobre l’industria della spiaggia assumerà 50 mila addetti in più rispetto alla scorsa stagione, con un aumento del 20%. Forte richiesta soprattutto per bagnini e operai manutentori delle spiagge.
Buone notizie, infine, arrivano anche per gli addetti del settore primario. Secondo Confagricoltura, dovrebbero sfiorare le 100 mila unità i lavoratori stagionali che la prossima estate torneranno a lavorare nei campi: complici sia la stretta al Reddito di Cittadinanza, sia una serie di strumenti adottati per favorire le assunzioni in agricoltura.