Assegno Unico 2023, fino a 30 euro in più al mese per 25 mila famiglie

Assegno Unico, le famiglie monogenitoriali in cui l’unico genitore è un lavoratore vedovo verranno equiparate alle famiglie in cui ci sono due genitori percettori di reddito da lavoro.

Lo ha confermato la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella durante il question time tenutosi alla Camera mercoledì 15 febbraio, quando è stata ribadita la volontà del Governo di superare alcune criticità legate all’Assegno Unico:

“A un anno dall’introduzione dell’Assegno Unico si rende necessario rimuovere alcune criticità, come quelle che riguardano le famiglie monogenitoriali alle quali non spetta la maggiorazione prevista per le famiglie con due percettori di reddito. […] Per la maggiore fragilità di questi nuclei, l’INPS ha confermato il bonus fino al 28 febbraio, data entro cui sarà fornita adeguata comunicazione all’utenza. L’Istituto segnala circa 25 mila genitori unici vedovi richiedenti la maggiorazione. Rimane la necessità di assicurare un adeguato sostegno ai nuclei familiari monogenitoriali, in particolare ai genitori vedovi lavoratori. A tale proposito intendo lavorare in sinergia con il ministro Giorgetti per equiparare tale condizione a quella del doppio percettore di reddito, seguendo la ratio della legge. Se infatti l’intenzione era quella di non sfavorire il secondo percettore di reddito, molto spesso quello femminile, nel caso di nuclei con genitore vedovo si tratta di sostenere i compiti economici e di cura del genitore rimasto solo.”

Tale maggiorazione presa in esame (pari a 30 euro mensili per ogni figlio minore, importo che decresce con l’aumentare dell’ISEE) inizialmente era stata erroneamente erogata a 82 mila famiglie monogenitoriali, poi recuperata da INPS a partire da ottobre 2022. Adesso, proprio per sostenere il genitore rimasto solo nella cura dei figli, INPS la riconoscerà fino alla fine di febbraio.