Indennità Pesca 1.200 euro, Domanda in 13 giorni

Pesca

Indennità Fermo Pesca, mancano ancora 13 giorni al termine per la presentazione della domanda del contributo stabilito dal Decreto n. 1 del 7 marzo 2023 del Ministero del Lavoro, dell’Economia e dell’Agricoltura.

Indennità Fermo Pesca 2023, cos’è?

L’indennità Fermo Pesca è un trattamento di sostegno al reddito erogato dallo Stato, dietro domanda, in caso di sospensione dal lavoro derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio, in favore dei lavoratori dipendenti da imprese adibite alla pesca marittima. Come il caso del ‘fermo Pesca biologico” stabilito dall’Autorità marittima. La casistica è meglio specificata dal Decreto all’art.1.

L’indennità ammonta a 30 euro per ogni giorno di fermo riferito al 2022, per un massimo di 40 giorni. L’importo massimo concepibile è quindi 1.200 euro.

Indennità Fermo Pesca 2023, quando fare domanda?

Il Ministero del Lavoro hanno fatto sapere durante il mese di marzo di aver previsto il rinvio al 13 aprile del termine di presentazione, da parte delle imprese, delle domande per la indennità di fermo pesca 2022, inizialmente fissata per il 15 marzo.

Le domande possono essere presentate considerando una sola richiesta per ciascuna unità di pesca. L’invio avviene esclusivamente tramite il sistema telematico CIGSonline. Prima di inviare la domanda occorre pagare l’imposta di bollo, tramite PagoPA.

Pesca, sindacati chiedono la CISOA

I sindacati del settore Fai-Flai-Uila Pesca, che hanno espresso ringraziamenti per aver posticipato il termine di chiusura delle domanda, hanno anche chiesto al ministro del lavoro Marina Elvira Calderone di convocare con urgenza il tavolo avviato dal precedente governo con le parti sociali firmatarie dei Ccnl di riferimento per la pesca, per proseguire il confronto in merito alla Cisoaammortizzatore strutturato esteso ai pescatori con la legge di bilancio 234/2021, di cui occorre definire le norme attuative per renderlo uno strumento efficace a tutela dell’occupazione.

Riteniamo sia doveroso consentire, anche ai lavoratori di questo comparto – hanno ribadito i sindacati in una nota – , di poter accedere a un ammortizzatore stabile e compatibile con le specificità del settore, ancor più in un momento in cui le politiche comunitarie stanno mettendo fortemente a rischio la sostenibilità economica e sociale del settore”