Pensioni, è ripartito in data 26 giugno il tavolo di confronto tra Governo e parti sociali. Confronto che già da adesso si prospetta duro e non privo di querelle: il segretario generale di CGIL, Maurizio Landini, ha già minacciato uno sciopero prima ancora di sedersi al tavolo e una volta alzatosi ha qualificato l’incontro come ‹‹totalmente inutile››.
Diversi sono i nodi da sciogliere ma tutti ruotano attorno a un perno comune: quello delle risorse disponibili. Vediamo meglio cosa è emerso durante l’incontro.
Riforma Pensioni, tutte le opzioni sul tavolo
Al tavolo con i sindacati l’Esecutivo non è stato in grado di quantificare gli spazi di finanza pubblica da destinare alla previdenza, pertanto non ha potuto fornire alle parti sociali indicazioni chiare sul destino di Quota 103, la misura introdotta dal Governo Draghi che prevede l’accesso alla pensione a 62 anni di età più 41 di contribuzione.
A fine anno Quota 103 scade e secondo i più una delle ipotesi maggiormente accreditate dall’Esecutivo sarebbe quella di prorogarla almeno per un anno, per ben due motivi.
Il primo è che senza una eventuale proroga di Quota 103 si paventa il rischio di un ritorno alla riforma Fornero (67 anni di età e almeno 20 di contributi, oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età) varata dal governo Monti. Il secondo perché Quota 41, l’alternativa a Quota 103 che prevede l’uscita dal mondo del lavoro a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, sarebbe troppo onerosa: in base ai calcoli dell’INPS costerebbe circa 4 miliardi il primo anno e 75 miliardi in dieci anni.
Ma nonostante tutto faccia propendere verso un prolungamento di Quota 103, i sindacati non sono riusciti a strappare al Governo la conferma.
Rimane da sciogliere anche il nodo Opzione Donna, che anticipa l’uscita del mondo del lavoro a 60 anni di età e 35 di contributi ma solo per una platea ridottissima di lavoratrici. ‹‹Risultati concreti non ci sono su nessun tema, neppure su Opzione Donna. Se questo è il modo con il quale la presidente del Consiglio e la ministra rispondono alle donne c’è da stare preoccupati›› ha commentato il numero uno della UIL Pierpaolo Bombardieri a margine dell’incontro.