HomeEvidenzaReddito di Cittadinanza, 55% degli occupabili sta in 3 regioni

Reddito di Cittadinanza, 55% degli occupabili sta in 3 regioni

Reddito di Cittadinanza, sono usciti i dati ANPAL che quantificano i percettori occupabili che hanno perso il sussidio in seguito alla riforma che nel 2023 prevede lo stop dopo 7 mesi di fruizione.

In totale si tratta di 112.545 soggetti, i quali dal prossimo settembre potranno accedere al nuovo strumento di supporto per la formazione e il lavoro da 350 euro al mese se rispettano i requisiti (tra cui un ISEE sotto i 6 mila euro).

Dai dati emerge anche la loro distribuzione geografica.

Reddito di Cittadinanza, quali regioni hanno più percettori occupabili?

Più della metà dei soggetti occupabili che hanno perso il Reddito di Cittadinanza sono concentrati tra Sicilia, Campania e Calabria. Queste 3 regioni da sole contano 62.196 persone tra i 18 e i 59 anni che non hanno più diritto al sussidio, più del 55% del totale.

Ecco la classifica delle 5 regioni che hanno (o meglio avevano) il maggior numero di percettori RdC occupabili che hanno dovuto rinunciare al sussidio in seguito alla riforma:

  1. Sicilia, 25.979 ex percettori occupabili;
  2. Campania, 24.595;
  3. Calabria, 11.622;
  4. Lazio, 9.200;
  5. Puglia, 7.743.

Tra queste, tuttavia, solo nel Lazio gli occupabili che fino al mese scorso percepivano il Reddito di Cittadinanza che non sono stati presi in carico dai servizi per il lavoro superano le persone prese in carico. Parliamo di 4.923 non presi in carico contro le 4.277 presi in carico. Stessa cosa in Molise: su un totale di 814 soggetti che hanno perso RdC, solo 316 sono stati presi in carico dai servizi per il lavoro.

In Campania, invece, su 24.595 persone che hanno perso il RdC per oltre 13 mila risultano prese in carico attive e in Sicilia sono addirittura più di 18 mila. Anche in Calabria su più di 11 mila soggetti che hanno perso RdC solo circa 3.400 restano da prendere in carico.

Secondo i dati ANPAL, degli oltre 112 mila soggetti che hanno terminato il RdC circa il 62% risulta già preso in carico dai servizi per il lavoro. Il restante 38% della platea, invece, non ha una presa in carico attiva e quindi adesso è chiamato a mettersi in moto per inserirsi in una misura utile alla sua futura occupazione.

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