A distanza di 3 mesi dall’approvazione della Legge di Bilancio sono ormai attivi i tre bonus previsti per le lavoratrici e i lavoratori. Lo rende noto Inps con un comunicato stampa.
L’obiettivo del Governo era mettere in campo delle misure per aumentare il reddito netto di chi lavora per contrastare i rialzi inflazionistici degli ultimi mesi. La strategia prevedeva un intervento a carico dello Stato, con la decontribuzione, e un altro a carico delle imprese.
Il risultato è il Bonus Mamma e il Bonus Meloni, “pagati” da Inps, e un’ulteriore agevolazione fino a 2.000 euro sui Fringe Benefit erogati dai datori di lavoro.
Bonus Mamma: come averlo
Saranno circa 570.000 le mamme lavoratrici che potranno godere nel 2024 della decontribuzione piena, pari al 100% degli oneri previdenziali dovuti a Inps. Solo per la quota di competenza del lavoratore, esclusa la contribuzione a carico del datore che viene confermata.
Si tratta di quello che è anche noto come il bonus 250 euro mensili, inteso come quota massima in base al proprio reddito. Il totale annuo è di 3.000 euro e spetta fino al compimento del 18° anno del figlio più piccolo in caso di 3 figli (dal 2024 al 2026), fino al compimento del 10° anno del figlio più piccolo in caso di 2 figli (solo per il 2024).
Per avere questo Bonus le mamme lavoratrici devono compilare e consegnare un’autodichiarazione come questa (scarica PDF) al datore di lavoro.
Bonus Meloni: decontribuzione sugli stipendi dal 6 al 7%
Il Bonus Meloni è una decontribuzione pari al 6-7% sulla quota a carico dei lavoratori, che fa salire lo stipendio netto. Per calcolare la quota mensile del Bonus si può usare il CALCOLATORE gratuito e veloce, cliccando qui.
In base al reddito si applica questa decontribuzione:
- 7% per retribuzione imponibile mensile fino a 1.923 euro, al netto del rateo di tredicesima;
- 6% per retribuzione imponibile mensile fino a 2.692 euro, al netto del rateo di tredicesima.
Per avere il Bonus Meloni non serve fare domanda. E’ il datore che lo applica mensilmente a seconda dell’imponibile contributivo mensile che viene fuori da ogni singola busta paga.
Fringe Benefit fino a 1.000 euro e 2.000 euro
La legge di Bilancio per il 2024 ha elevato a 1.000 euro la soglia di esenzione fiscale dei Fringe Benefits, si tratta di quei beni ceduti e servizi prestati al lavoratore dal datore di lavoro. La soglia è stabilmente ferma a 258,23 euro annui. Solo per il 2024 è portata a 1.000 euro a 2.000 per i lavoratori con figli.
Tra i beni e i servizi ceduti che non concorrono alla formazione del reddito, rientrano anche le somme erogate o rimborsate agli stessi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento: delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica, del gas naturale e delle utenze per l’affitto della prima casa.
I fringe benefit rientrano nelle misure di welfare aziendale che possono essere erogate dal datore di lavoro:
- unilateralmente;
- in forza di accordi individuali tra datore e lavoratore;
- accordi sindacali.