Dal 30 aprile, sul portale dell’Agenzia delle Entrate, è possibile visualizzare i dati del modello 730 precompilato e i Precari della Scuola, che hanno due CU – una rilasciata dal MEF e una dall’INPS – nella simulazione del risultato si trovano, in molti casi, un debito Mod. 730 fino a 3.000 euro.
Cos’è successo?
Mod. 730, perché i precari risultano a debito?
Si deve premettere che, in caso di due o più Certificazioni Uniche, l’Agenzia delle Entrate non riporta i giorni di lavoro dipendente necessari per calcolare le detrazioni d’imposta:

Il dato dovrà quindi essere forzato dai contribuenti interessati all’atto della dichiarazione dei redditi.
In questo momento, l’Agenzia delle Entrate non prevede modifiche, che saranno possibili solo a partire dal 20 maggio 2024.
Mancando i giorni di lavoro dipendente, quindi, non vengono attribuite le detrazioni per il 2023, pari a circa 1.380 euro.
Il debito non sussiste
Per eliminare il debito è necessario modificare il modello 730 – ma ciò sarà possibile dal 20 maggio – inserendo i giorni di effettivo lavoro.
Facciamo un esempio.
Se un insegnante o un ATA a tempo determinato ha nella CU indicati 300 giorni da lavoro dipendente e 70 giorni di naspi (assimilata al lavoro dipendente) i giorni da indicare nella casella dedicata sono 358 e non 370 o 365.
Non si deve indicare 365 in quanto la Naspi viene liquidata dall’ottavo giorno di disoccupazione dopo i sette giorni di franchigia.
Gli errori banali da non fare
Quindi bisogna prestare molta attenzione ai dettagli, uno di questi, appunto, è il corretto inserimento dei giorni in cui si ha diritto ad avere le detrazioni per lavoro dipendente.
Un’altra cosa su cui prestare la massima attenzione è la scelta del sostituto d’imposta.
Ricordiamo che i precari della scuola con contratto cessato al 30 giugno hanno diritto al rimborso a luglio se indicano, come sostituto, il DAG-DSII.