Bonus in Busta paga, dopo gli 80€ di Renzi il nulla: i motivi

Renzi

La stagione dei Bonus iniziò giusto 10 anni alla vigilia delle elezioni europee del 2014.

Gli 80 euro di Renzi e i 100 euro della Meloni

Gli 80 euro, poi diventati 100 con il governo Conte, ancora spettano ai lavoratori dipendenti che hanno un imponibile fiscale annuo inferiore a 15.000 euro.

Il Governo Meloni ha destinato 100 euro – una tantum – a gennaio 2025 per i lavoratori dipendenti con coniuge e almeno un figlio a carico oppure vedovi e single sempre con un figlio a carico.

Mentre gli 80 euro erano esenti irpef, cioè non facevano reddito, i 100 euro che saranno erogati a gennaio saranno tassati con l’aliquota del 23% ed andranno ad incrementare l’imponibile fiscale, tanto che il netto liquidato sarà di 77 euro (100 – 23).

Un’altra differenza sta nel fatto che – aumentando l’imponibile fiscale – aumenterà, per l’anno 2026, anche l’isee.

Quindi, il bonus 100 euro erogato una tantum a gennaio 2025 sarà di 77 euro nette e non ha nulla a vedere con il bonus Renzi di 80 euro che veniva erogato mensilmente.

L’Una tantum di 200 euro di luglio 2022

Un certo successo ha riscosso l’una tantum erogata ai lavoratori dipendenti e pensionati, con imponibile previdenziale inferiore a 35 mila euro, nel luglio 2022 dall’allora governo Draghi.

Anche in quel caso si trattava di un taglio del cuneo previdenziale esente irpef.

Pur essendo un emolumento “una tantum” non era in questo caso assoggettato ad irpef e non rientrava nell’ISEE e, quindi, non influiva nell’assegno unico.

L’Una tantum di 150 euro di novembre 2022

L’una tantum di luglio 2022 fu replicata a novembre 2022 ma in misura ridotta, a 150 euro.

Oltre ad aver avuto un reddito annuo lordo fino a 20.000 euro nel 2021, erano richiesti i seguenti requisiti per i lavoratori dipendenti:

  • avere una retribuzione mensile lorda, a novembre 2022, fino ad un massimo 1.538 euro;
  • non essere già percettori di altre prestazioni incompatibili con il nuovo bonus;

Bonus sempre inferiori

Come abbiamo potuto notare, nel corso degli anni le misure sono andate sempre più a ridursi e ad escludere, in termini temporali e di misura del beneficio, dai 960 euro annui di Matteo Renzi fino ai 77 euro netti di Giorgia Meloni.