HomeEvidenzaPercettori NASpI "mantenuti", “incontrollati”, “vanno obbligati al lavoro”

Percettori NASpI “mantenuti”, “incontrollati”, “vanno obbligati al lavoro”

Il percettore della indennità di disoccupazione NASpI deve svolgere servizi di interesse pubblico, è un mantenuto, non può stare a casa in maniera incontrollata.

E’ quanto scrive un lettore, imprenditore del turismo, in una lettera pubblicata dal blog del giornalista televisivo Nicola Porro, conduttore di Quarta Repubblica, talk show in onda su Rete4.

Una lettera dai toni sprezzanti (“la NASpI è una truffa”), che lascia molto perplessi sulle osservazioni contenute e le indicazioni politiche che si vogliono offrire ai partiti di Governo.

Ma vediamole nel dettaglio e proviamo a capire cosa c’è di vero.

I percettori NASpI sono “mantenuti”

Si legge nella lettera:

“Visto che siamo noi contribuenti a pagare questi soldi, il disoccupato deve essere obbligato a corrispondere un minimo di servizi alla comunità che lo mantiene economicamente. Ad esempio, presso comuni, strutture sociosanitarie, case di riposo per fare compagnia agli anziani, ecc. L’importante è che non stia a casa incontrollato. I soldi senza lavorare sono solo per chi, come i pensionati, li hanno guadagnati con i contributi versati durante la loro vita lavorativa”.

E’ molto strano che chi scrive, un imprenditore del settore del turismo, non sappia che è egli stesso, sulla base dello stipendio mensile, a contribuire al sistema NASpI con un versamento a Inps che alimenta uno specifico fondo. Si tratta da una tutela prevista dalla legge per i casi di disoccupazione involontaria. Le indennità NASpI quindi, non sono pagate con i soldi dei contribuenti e dalla fiscalità generale, ma da uno specifico fondo alimentato con il rapporto di lavoro. E’ l’esistenza della prestazione lavorativa stessa che dà diritto alla tutela Inps.

Percettori NASpI obbligati a svolgere servizi

Bisogna obbligarli – continua la lettera – a svolgere un servizio per il cittadino di qualifica o mansione anche inferiore a quella che potrebbero avere accettando un vero contratto di lavoro. Ricordiamoci che la ricchezza non è gratis ma viene sempre pagata da qualcuno che si spacca la schiena per produrre Pil”.

Probabilmente questo è uno degli assi mancanti della normativa sulla NASpI al quale, l’attuale Governo sta cercando di mettere mano, gradualmente. Come il recente provvedimento che obbliga i beneficiari dell’indennità di disoccupazione ad iscriversi alla Piattaforma SIISL. Ma a questo punto occorre capire qual è la scelta politica che si intende fare: percorsi formativi utili ad un più efficiente ricollocamento oppure servizi di pubblica utilità?

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