È un colpo basso per circa 2 mila lavoratori quello che l’ACC di Termoli (composta da Stellantis, Mercedes-Benz e Total Energies) ha sferrato lo scorso 11 giugno durante l’incontro al MIMIT a Roma. Gli investimenti per la realizzazione della giga-factory in Molise sembrano infatti aver subito una battuta d’arresto.
Non ci stanno i sindacati, che minacciano uno sciopero. Ma andiamo per gradi.
Giga-Factory in Molise, produzione rimandata
Nel 2026 la joint venture ACC di Termoli avrebbe dovuto avviare nell’omonima città molisana la realizzazione di una fabbrica di batterie destinate al mercato automotive europeo. Tale progetto avrebbe impiegato – a regime – circa 2.000 lavoratori.
Purtroppo però l’azienda ha manifestato la volontà di posticipare a data da destinarsi l’investimento per la realizzazione della giga-factory nella provincia di Campobasso. Le voci già circolavano, l’ufficialità è arrivata col comunicato stampa FIM-CISL dell’11 giugno, che fa seguito all’incontro tenutosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma tra i vertici di ACC, il Governo, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali dei metalmeccanici e la Regione Molise.
I motivi dello slittamento degli investimenti sarebbero da ricondurre al rallentamento del mercato dell’elettrico in tutta Europa rispetto alle aspettative di crescita ipotizzate. Inoltre, anche la decisione di ubicare a Termoli la produzione di batterie sarebbe motivo di posticipazione, visto che la tecnologia non è ancora a punto e richiederebbe tempi più lunghi rispetto a quanto programmato.
Le conseguenze per 2.000 lavoratori
Non ci stanno i sindacati, già sul piede di guerra soprattutto per le conseguenze che lo slittamento avrà su migliaia di lavoratori molisani coinvolti nella produzione.
«Per quanto ci riguarda – scrive FIM-CISL nel comunicato – la scelta di ACC di rinviare gli investimenti su Termoli è negativa, soprattutto alla luce delle ingenti aspettative che si riponevano sugli investimenti […]. Una scelta negativa quindi, perché non tiene conto delle ripercussioni sui 2000 lavoratori e le loro famiglie, oltre ai lavoratori dell’indotto, in un territorio, quello di Termoli, che regge gran parte della sua economia proprio grazie al sito che attualmente produce propulsori endotermici per il gruppo Stellantis e che vedeva nella transizione verso la produzione di batterie, un futuro».
«Per queste ragioni – conclude il sindacato – abbiamo chiesto al Governo di aprire subito una discussione con ACC e Stellantis, per rivedere questa scelta e avviare almeno il primo modulo produttivo come previsto nei piani, anche perché le risorse del PNRR destinate al sito vanno utilizzate entro giugno 2026. La nostra priorità oggi è mettere in sicurezza, sul piano lavorativo, tutte le lavoratrici e i lavoratori del sito, non escludiamo a breve la mobilitazione».
Un portavoce di Stellantis ci ha provato a rassicurare i sindacati, confermando il potenziamento della produzione di componenti per motori termici proprio nello stabilimento di Termoli. Invano però, vista l’intenzione dei sindacati di proclamare uno sciopero.