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Reddito di Povertà: Aiuto da 5.000€ alle Famiglie con ISEE basso. C’è il via libera in questa Regione

Dal 2025 una parte delle famiglie residenti in Sicilia potrà contare sul reddito di povertà. Un contributo una tantum fino a 5.000 euro che la giunta regionale ha approvato definitivamente il 27 dicembre, dopo che lo scorso novembre aveva annunciato che il bando sarebbe arrivato entro Natale.

L’ufficialità arriva direttamente dal Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, tramite social:

Vediamone i requisiti per accedervi.

Reddito di libertà: requisiti e importi

Le condizioni per accedere al reddito di libertà sono stringenti, anche perché la misura intende intervenire nelle situazioni di maggiori criticità. Occorre infatti avere un ISEE relativo al 2023 inferiore a 5 mila euro. Inoltre, bisogna essere residenti in Sicilia da almeno 5 anni.

Verrà stilata una graduatoria in base al punteggio assegnato alla famiglia richiedente e il reddito di libertà sarà erogato secondo le seguenti fasce:

  • 5.000 euro una tantum oltre i 30 punti;
  • 3.500 euro una tantum fino a 30 punti;
  • 2.500 euro una tantum fino a 20 punti.

Come si calcola il punteggio

I criteri per stabilire il punteggio sono i seguenti:

  • reddito: fino a 10 punti a seconda del valore dell’ISEE;
  • situazione familiare: 1 punto per ogni componente, fino a un massimo di 9 punti per le famiglie oltre gli 8 componenti;
  • figli minorenni: 2 punti per ognuno di loro;
  • vivere in affitto darà diritto ad altri 5 punti;
  • vivere in una condizione di disagio sociale (ragazza madre, donna vittima di violenza, vedova con figli, ecc.) garantisce altri 8 punti.

A parità di punteggio verrà data priorità al nucleo familiare con più figli minori, nel caso di ulteriore parità sarà preferito il nucleo familiare con disagio sociale.

Attività socialmente utili in cambio del reddito di libertà

«Il contributo avrà anche una ricaduta positiva per la società – scrive sui social il presidente Schifani – perché i beneficiari saranno chiamati a svolgere attività utili alla comunità».

I beneficiari del reddito di libertà saranno quindi destinati ad attività socialmente utili, tenuto conto del loro stato psicofisico, in base ad intese con i Comuni di residenza. Lo svolgimento di queste prestazioni non determinerà l’instaurazione di alcun rapporto di lavoro subordinato o di pubblico impiego.

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