Anche i percettori della NASpI potrebbero risentire degli effetti negativi del nuovo taglio del cuneo fiscale previsto dalla Manovra di Bilancio. Chi alterna periodi di disoccupazione a periodi di attività, infatti, potrebbe non riuscire a superare la soglia di incapienza e, di conseguenza, perdere il trattamento integrativo.
Ma andiamo per gradi.
Quando spetta il trattamento integrativo
I titolari di reddito da lavoro dipendente o assimilato (es. percettori di NASpI) che in un anno guadagnano non più di 8.500 euro sono detti incapienti. Significa che non pagano l’IRPEF e, come conseguenza, l’Erario non riconosce loro il trattamento integrativo.
Il trattamento integrativo, noto anche Bonus Ex Renzi, spetta infatti a chi ha un reddito annuo tra gli 8.500 e i 15.000 euro. Ha un valore pari a 1.200 euro annui, erogati in 12 rate da circa 100 euro l’una.
Il taglio del cuneo fiscale del 7% applicato l’anno scorso ha permesso a una parte degli incapienti di riuscire a superare la soglia degli 8.500 euro e, di conseguenza, di beneficiare del trattamento integrativo. Con la riforma di quest’anno, però, c’è il rischio che questi tornino a far parte della no tax area.
Percettori NASpI incapienti
Tra gli incapienti possono rientrare anche coloro che alternano periodi di lavoro a periodi di disoccupazione. Per esempio i lavoratori stagionali, che in linea di massima lavorano da maggio/giugno a agosto/settembre e il resto dell’anno fanno affidamento sull’indennità di disoccupazione NASpI.
Tra loro, chi l’anno scorso grazie alla decontribuzione ha superato gli 8.500 euro, magari arrivando a 9.000 euro di reddito annuo, ha percepito insieme alla NASpI il Bonus Ex Renzi da 100 euro mensili. Ma senza la decontribuzione l’imponibile fiscale IRPEF torna a scendere e se arriva al di sotto degli 8.500 euro il contribuente perde il diritto al bonus. Perché torna quindi a essere incapiente.
Con i percettori della NASpI, ex lavoratori stagionali, con un reddito tra gli 8.500 e i 9.000 euro, l’INPS può quindi comportarsi in due modi:
- non pagare più il trattamento integrativo perché a seguito di verifiche il percettoire potrebbe risultare incapiente,
- riconoscergli comunque i 100 euro mensili ma col rischio di vederseli recuperati poi a conguaglio qualora il contribuente non ne avesse diritto.