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Contratto Scuola: solo +40€ netti al mese per Docenti e ATA, Valditara punta su Una tantum e anticipo fondi 2025-27?

Il 24 settembre si è svolta all’Aran l’ultima riunione con i sindacati per il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca, scaduto il 31 dicembre 2021. Sul tavolo il tema degli aumenti stipendiali, con le risorse stanziate per il triennio 2022-2024, che garantirebbero un incremento di circa 160 euro lordi mensili. Ma la realtà è meno incoraggiante: tra anticipo contrattuale e indennità di vacanza contrattuale, buona parte di quell’aumento è già in busta paga. Alla firma, infatti, l’aumento reale sarà di appena 40 euro netti.

Questo aspetto determina una serie di problematiche. Vediamo quali. E quale soluzione sembra essere dietro l’angolo.

Valditara insoddisfatto degli aumenti stipendiali

Una cifra che non convince neppure il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Al di là delle dichiarazioni di facciata, il ministro leghista è palesemente in difficoltà.

Per lui, che ha fatto della “valorizzazione del personale scolastico” un pilastro della sua azione politica, presentarsi con un incremento così esiguo non è utile né a sostenere la sua retorica né a offrire prospettive politiche al Governo a due anni dalle elezioni del 2027. La coalizione di centro-destra non vuole rischiare di perdere gran parte dei voti dei Docenti e ATA che hanno dato fiducia nel 2022 al Governo Meloni.

Le richieste dei sindacati per il rinnovo del Contratto Scuola

Ancora più critici i sindacati. La Flc Cgil ha attaccato apertamente l’Esecutivo, chiedendo risorse aggiuntive per garantire un adeguamento degli stipendi pienamente ancorato all’inflazione certificata dall’Istat (circa il 17%).

Inoltre, la sigla guidata da Gianna Fracassi reclama l’istituzione di un fondo per la perequazione retributiva, per colmare il divario che penalizza il comparto Istruzione e Ricerca rispetto al resto della Pubblica Amministrazione, dove oggi gli stipendi risultano più alti.

L’ipotesi di anticipare risorse future

Consapevole del rischio di un nulla di fatto, l’Aran ha messo in campo un’ipotesi: utilizzare parte delle risorse già stanziate per il rinnovo 2025-2027 e riversarle ora, così da rendere più consistente l’aumento (più di 40 euro nette). Non si tratta ancora di una proposta formale, ma di un’idea che incontra interesse sia tra i sindacati sia tra il Governo. Non a caso, a inizio 2025 era stata proprio la Uil a lanciare per prima questa strada.

Si tratta, per ora, di una ipotesi di lavoro su cui si stanno concentrando i tecnici ministeriali. La conferma potrebbe arriva già dal documento che prevede il Disegno di Legge della Manovra 2026, che il Governo consegnerà nei prossimi giorni.

La partita dei 240 milioni Una Tantum sugli Stipendi

Valditara, intanto, è riuscito a reperire 240 milioni per una misura una tantum destinata al personale scolastico: si è parlato di 145 euro lordi. Una cifra significativa, ma insufficiente a convincere i sindacati a chiudere l’accordo. Per arrivare alla firma servirà un passo ulteriore, e l’ipotesi di anticipare fondi futuri appare sempre più come la carta decisiva.

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