HomeCronaca sindacaleManovra, gli Industriali Metalmeccanici ammettono: "è regressiva, premia i redditi alti"

Manovra, gli Industriali Metalmeccanici ammettono: “è regressiva, premia i redditi alti”

La relazione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) sulla Manovra 2026 ha acceso il confronto sul reale impatto del taglio Irpef. Secondo l’Autorità indipendente, la misura rischia di accentuare le disuguaglianze, premiando i redditi più elevati e lasciando ai margini operai e lavoratori dipendenti.

L’UPB sottolinea che, a fronte di un vantaggio fiscale consistente per chi guadagna oltre 48.000 euro annui, gli effetti per chi si colloca nelle fasce medio-basse restano quasi nulli. In sostanza, i manager e i professionisti beneficeranno di un alleggerimento più marcato, mentre chi lavora in fabbrica o nei servizi produttivi continuerà a sopportare il peso fiscale più alto.

Un’analisi che trova eco anche nel mondo industriale, dove cresce la preoccupazione per una riforma percepita come regressiva e lontana dai bisogni del lavoro manifatturiero.

Casano (Unionmeccanica Torino): “L’attuale intervento sull’Irpef presenta un carattere regressivo”

A intervenire è Antonio Casano, presidente di Unionmeccanica Confapi Torino, che ha espresso con chiarezza la posizione degli industriali metalmeccanici.
Pur riconoscendo il beneficio fiscale previsto per i redditi superiori ai 48.000 euro, è evidente che l’attuale intervento sull’Irpef presenta un carattere regressivo, premiando le fasce di reddito più elevate, ha dichiarato a TuttoLavoro24.it.

Casano richiama il principio costituzionale di progressività come fondamento irrinunciabile di ogni politica fiscale:
Una riforma fiscale equa non può prescindere dal principio di progressività, né può ignorare le esigenze di chi, con redditi medio-bassi, sostiene il peso maggiore del lavoro quotidiano”.

“Serve una redistribuzione più bilanciata delle risorse”

Nel suo intervento, l’imprenditore torinese – sempre molto lucido nelle sue considerazioni – ha messo in guardia dal rischio di una manovra che aumenti il divario sociale:
È necessario lavorare a una misura che redistribuisca in modo più bilanciato le risorse, garantendo un reale sostegno al ceto medio e ai lavoratori dipendenti, affinché la Manovra non diventi uno strumento di ulteriore disuguaglianza, ma un’occasione di giustizia sociale”.

Casano invita il governo a evitare che la riforma fiscale diventi un intervento “a vantaggio di pochi”, sottolineando che le fasce produttive e il lavoro dipendente rappresentano la vera ossatura del Paese.

“Le PMI aumentano salari e welfare, ma non possono sostituirsi allo Stato”

Nonostante il contesto difficile, le piccole e medie imprese metalmeccaniche stanno già cercando di dare risposte concrete.
Le imprese già lo stanno facendo cercando di aumentare, ove possibile, le retribuzioni ed il welfare contrattuale, ha spiegato Casano, ricordando come le aziende del territorio continuino a farsi carico di una parte della tenuta sociale.

Ma lo sforzo del sistema produttivo, da solo, non basta. “Oltre al sostegno diretto ai lavoratori, le PMI confermano il loro ruolo sociale sul territorio, contribuendo alla coesione delle comunità locali, favorendo l’occupazione e promuovendo uno sviluppo sostenibile e inclusivo, ha aggiunto.

“Le imprese si assumono una responsabilità che lo Stato non riesce a esercitare”

Nel passaggio finale del suo intervento, Casano ha ribadito il concetto di responsabilità condivisa:
In un momento di incertezza economica, sono le imprese radicate nel tessuto locale a farsi carico della responsabilità sociale che lo Stato non riesce a esercitare pienamente”.

Le parole dell’industriale torinese risuonano come un appello al governo: la manifattura metalmeccanica chiede una riforma fiscale più giusta, capace di sostenere chi produce valore con il proprio lavoro, non solo chi guadagna di più.

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