Chi sperava di utilizzare subito la Carta del docente per l’anno scolastico 2025/2026 dovrà pazientare: tra settembre e febbraio, infatti, il bonus rimarrà bloccato.
La novità arriva dal Decreto Scuola, approvato definitivamente il 28 ottobre alla Camera, che estende la platea dei beneficiari a circa 190mila supplenti e personale educativo.
Una scelta che, se da un lato amplia l’accesso alla Carta, dall’altro comporta un ritardo nell’erogazione.
La Carta del docente si amplia ma slitta
Con il Decreto Legge n. 127 del 9 settembre 2025, diventato legge il 28 ottobre, la Carta del docente non sarà più riservata solo ai docenti a tempo indeterminato. Potranno beneficiarne anche:
- i supplenti annuali,
- quelli con contratto fino al termine delle attività didattiche (30 giugno),
- e il personale educativo.
Sarà un decreto interministeriale, da emanare ogni 30 gennaio, a definire i criteri e le modalità di assegnazione della carta e a dividerne annualmente l’importo nominale della stessa sulla base del numero dei docenti aventi diritto.
Ciò comporterà inevitabilmente uno slittamento del beneficio.
La Carta si potrà usare da febbraio 2026
Rispondendo a un Question Time alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati del 29 ottobre, la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti ha chiarito nel dettaglio i motivi del ritardo dell’attivazione della Carta Docente 2025/2026.
Ha spiegato che in realtà non si tratta di un vero ritardo, ma di una naturale conseguenza dell’allargamento della platea: per poter erogare la Carta, il Ministero deve individuare tutti i beneficiari.
Pertanto, da ora in avanti, il bonus sarà attivato ogni anno a febbraio, dopo che il Ministero dell’Istruzione avrà definito la lista completa dei docenti e supplenti aventi diritto, prevista entro fine gennaio.
In pratica, per l’anno scolastico 2025/2026, chi pensava di utilizzarla già da settembre dovrà attendere circa sei mesi.
La risposta dei sindacati
“Rischiamo di vedere le risorse della Carta del Docente soltanto a febbraio 2026, cosa che sarebbe davvero un danno per il personale che magari ha già impegnato queste risorse per corsi di formazione, abilitazione e specializzazione” – tuona Daniela Rosano, segretaria generale di Anief.
La stessa aggiunge: “Per quanto ci riguarda è inaccettabile, perché sei mesi dopo vuol dire che la carta del docente rischia di diventare inutile per la sua funzione di sostenere la formazione, la quale, ricordiamo, è obbligatoria per il personale docente e quindi deve essere garantita anche attraverso questo beneficio”.
Inoltre, l’ampliamento della platea mette anche in discussione l’importo di 500 euro. Secondo quanto stabilito dal decreto, infatti, “l’importo della carta docente è determinato, sulla base delle risorse disponibili a legislazione vigente, in relazione al numero effettivo degli aventi diritto”.



