Lo sciopero generale del 26 maggio indetto da USB è confermato in tutta in Italia, salvo che per tutto il personale del Pubblico Impiego della regione Emilia Romagna. Se CGIL, CISL e UIL hanno preferito tentare la via del dialogo con il Governo manifestando in 3 occasioni diverse a Bologna, Milano e Napoli, l’Unione Sindacale di Base ha preferito la forma di proteste ‘estrema’ per il prossimo venerdì.
Alla base delle proteste c’è il tema del salario e l’inflazione: il sindacato chiede aumenti da 300 euro netti in busta paga, più altri interventi per frenare la precarietà.
Lo sciopero di USB vale 300 euro in busta paga, visto che è questo l’aumento salariale che la sigla richiede. Proclamare e partecipare in massa a uno sciopero nazionale può quindi essere il modo per conquistarli. Quanto accaduto in Germania ne è la prova: scioperi proclamati tra marzo e aprile per l’adeguamento degli stipendi all’inflazione e che hanno paralizzato alcuni settori (come quello dei trasporti) hanno portato effettivamente agli incrementi richiesti per i lavoratori del pubblico impiego tedeschi.
Naturalmente, in ogni decisione che il Governo prenderà peseranno anche i confronti con le 3 sigle CGIL, CSIL e UIL, che dopo le manifestazioni per le piazze italiane sono state convocate a Palazzo Chigi il prossimo 30 maggio per affrontare questi temi.