Aumenti di stipendio, c’è speranza per averne degli altri rispetto a quelli introdotti nel decreto Lavoro. Il Governo, infatti, ha convocato a Palazzo Chigi le parti sociali.
CIGL, CISL e UIL hanno rinunciato allo sciopero generale del prossimo 26 maggio indetto da USB, preferendo la via del dialogo: scelta vincente e apprezzata, visto che alle tre manifestazioni di Bologna, Milano e Napoli, Giorgia Meloni ha risposto con una convocazione per il prossimo 30 maggio.
Come fa sapere Il Sole 24 Ore di martedì 23 maggio, il confronto con CIGL, CISL, UIL e UGL partirà alle 15:45 e si discuterà sulle riforme istituzionali, la delega fiscale, l’inflazione, la sicurezza sul lavoro, le pensioni e la produttività. Più tardi toccherà alle associazioni datoriali, tra le quali Confindustria, Confartigianato, CNA e Confcommercio.
Una risposta, quella arrivata da Palazzo Chigi, che dimostra non solo come ci sia la volontà di instaurare un dialogo con i sindacati, ma anche come il Governo sia consapevole che quanto fatto con il decreto Lavoro non sia sufficiente: il taglio del cuneo fiscale, infatti, è temporaneo (durerà fino a dicembre) e gli aumenti in busta paga calcolati proprio grazie all’esonero contributivo non raggiungono cifre altissime.