Reddito di Cittadinanza, chi lo percepisce ma in estate vuole aumentare le sue entrate con un lavoro stagionale può farlo purché non superi i 3 mila euro.
A determinate condizioni, infatti, RdC e lavoro stagionale non sono incompatibili, anzi, sono cumulabili. Una soluzione trovata dal Governo e inserita nell’ultima Legge di Bilancio per incentivare i percettori a trovare un lavoro e, al contempo, soddisfare la richiesta di manodopera proveniente dal settore turistico.
Reddito di Cittadinanza compatibile con lavoro stagionale: le condizioni
Finora, per i lavoratori stagionali e intermittenti facenti parte di nuclei familiari percettori del Reddito di Cittadinanza, il maggior reddito da lavoro concorreva alla determinazione del beneficio economico nella misura dell’80%, come disposto dal DL 28 gennaio 2019, n. 4 (art. 3, comma 8).
Ma come detto, la Manovra di Bilancio 2023 modifica questa percentuale. Il Governo, infatti, ha previsto delle misure volte a favorire la conciliazione tra Reddito di Cittadinanza e lavoro stagionale. La novità è contenuta nel comma 317, art. 1: «nel caso di stipulazione di contratti di lavoro stagionale o intermittente, il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi.»
Ciò significa che i percettori del sussidio che a giugno e a luglio (ma anche ad agosto e a settembre, per quei nuclei che possono continuare a percepire RdC fino a dicembre) intendessero intraprendere un lavoro stagionale per mettere da parte qualche soldo in più possono farlo senza temere di perdere il Reddito di Cittadinanza, purché non superino la soglia dei 3 mila euro.
Una soluzione, questa, adottata dal Governo per incentivare i percettori di RdC a cercare o a non lasciare un lavoro, soprattutto in vista della stagione turistica: già da aprile e per tutta l’estate, infatti, sia le strutture ricettive che le attività agricole sono alla ricerca di manodopera.
