HomeEvidenzaCentro Impiego invia Percettori RdC ai Servizi sociali: in quali casi?

Centro Impiego invia Percettori RdC ai Servizi sociali: in quali casi?

Il percettore del Reddito di Cittadinanza convocato dal Centro per l’Impiego può essere affidato anche ai servizi sociali, ma non è automatico. Quando succede?

Essere preso in carico dai servizi sociali è fondamentale per mantenere RdC fino a dicembre e per più di 7 mesi, se in famiglia non si hanno soggetti disabili, over 60 o minorenni o se non lo è il percettore stesso. Lo ha stabilito il Decreto Lavoro dello scorso maggio in seguito alle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2023. Ma come si fa?

Percettore RdC, dal Centro Impiego ai servizi sociali: quando succede?

Innanzitutto, il primo passo per farsi prendere in carico dai servizi sociali è quello di presentarsi all’appuntamento fissato dal Centro per l’Impiego, dal Comune o dai Servizi sociali stessi. Se a convocare sono direttamente i servizi sociali la procedura sarà più breve, ma anche nel caso fosse il CpI o il Comune a convocare il percettore non c’è da scoraggiarsi.

Il colloquio ha lo scopo di far sottoscrivere al titolare del Reddito di Cittadinanza il Patto per il lavoro e la DID (Dichiarazione di Immediata Disponibilità a lavorare), così che il percettore possa attivarsi subito nella ricerca di un impiego.

Tuttavia, se durante il colloquio (definito analisi preliminare) emergessero bisogni non solo di tipo lavorativo ma più complessi, la pratica verrebbe affidata ai Servizi sociali del Comune. Di norma, vengono inviati ai sServizi sociali i nuclei beneficiari del RdC non immediatamente attivabili per un percorso lavorativo.

Una volta preso in carico dai Servizi sociali, il disoccupato intraprenderà un percorso finalizzato all’inclusione sociale. Il Patto per l’inclusione prevede specifici impegni da parte della famiglia e supporti da parte dei servizi territoriali. Lo scopo è costruire interventi su misura insieme alle famiglie stesse, per rimuovere le cause della povertà e accompagnarle verso l’autonomia. Inoltre l’adesione al Patto per l’inclusione sociale, per i nuclei non esentati, è una condizione necessaria per il mantenimento del sussidio fino al 31 dicembre 2023. A condizione che questo sia comunicato a Inps, tramite la piattaforma Gepi, entro il 31 ottobre 2023.

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