Uscite le disposizioni di pagamento dell’Assegno Unico di gennaio, i percettori si sono accorti che gli importi della prestazione per i figli a carico non sono cambiati e che non contengono gli aumenti attesi.
Aumenti dovuti sia all’adeguamento al costo della vita sia all’aggiornamento dell’ISEE. Entrambi questi incrementi spettano tutti gli anni, ma nell’Assegno Unico di gennaio INPS non li ha calcolati.
Vediamo perché e quando aspettarseli.
Aumenti Assegno Unico 2024, quando arrivano?
Ogni anno INPS rivaluta l’Assegno Unico (e le altre prestazioni previdenziali) all’inflazione: ciò significa che adegua il suo valore al costo della vita. Il tasso di rivalutazione delle pensioni all’inflazione nel 2024 è pari al 5,4%, ed è quindi atteso un aumento di corrispondente portata anche per l’Assegno Unico.
Tuttavia, manca ancora l’ufficialità: finché INPS non pubblicherà la circolare con i nuovi importi della prestazione per i figli a carico rivalutati all’inflazione, questi non potranno essere corrisposti.
ISEE 2024 per avere gli aumenti
Occorre aggiornare la DSU per avere l’ISEE 2024 e ricevere l’importo dell’Assegno che spetta in base alla propria situazione economica e patrimoniale. In assenza di una DSU aggiornata Inps pagherà gli importi minimi di 50 euro circa per ciascun figlio.
Per avere gli aumenti che spettano per via di un ISEE più basso occorre portare pazienza. Per aggiornare l’ISEE c’è tempo fino al 29 febbraio 2024, pertanto prima di marzo INPS non riconoscerà né gli eventuali aumenti a chi ha un ISEE più basso rispetto all’anno scorso. Né effettuerà gli eventuali tagli a chi invece rispetto al 2023 ha un ISEE più alto.
In questo modo, l’Istituto Previdenziale da il tempo a tutti i beneficiari di aggiornare la DSU: anche perché solo con un’attestazione ISEE aggiornata si potrà ricevere un importo adeguato alla propria situazione economica.
Chi non riesce a presentare l’ISEE 2024 entro il 29 febbraio non perderà comunque gli eventuali aumenti corrispondenti decorrenti da marzo se provvederà a rinnovarlo entro il 30 giugno. Non spettano gli aumenti arretrati, invece, se l’ISEE verrà aggiornato dopo il 1° luglio.