HomeEvidenzaBuoni Pasto, Regione esclude 2.000 dipendenti su 3.000

Buoni Pasto, Regione esclude 2.000 dipendenti su 3.000

I buoni pasto sono uno di quei benefit aziendali che non possono essere oggetto di discriminazione. Se vengono riconosciuti ad un gruppo di lavoratori, non è legittimo escluderne una parte.

Le “selezioni” dei beneficiari dei famosi ticket che alleggeriscono la spesa per il pasto, avvengono però senza che nessuno si scandalizzi, anche all’intero di un Ente Pubblico.

Personale Sanitario senza Buoni Pasto: succede in Molise

Parliamo dell’Azienda Sanitaria Regionale Molisana – ASREM dove su circa 3.000 dipendenti, il buono è arrivato solo a circa un terzo.

Lavorare per gli enti pubblici, oggi, non è più come una volta. Non è infatti difficile ritrovarsi in applicazioni distorsive o addirittura elusive, delle norme di legge o di contratto a tutela del lavoro.

A denunciare la vicenda sono i sindacati locali Cgil, Cisl, Uil, e le categorie autonome Fials, Nursind e Nursing up, che rappresentano soprattutto infermieri.

Vi è stata – segnalano i sindacati – una vera e propria delibera del Direttore Generale Asrem, la numero 11260 del 21 dicembre 2023, con cui era stata sancita l’esclusione dal benefit giornaliero per gli “oltre 2000 dipendenti, riconoscendo i buoni pasto per soli 1000 dipendenti”.

Ricorso in Prefettura

I sindacati hanno avviato un confronto ma nel frattempo dalla direzione aziendale nicchiano. In assenza di un intervento “ci rivolgeremo al prefetto”, fanno sapere i sindacati che quindi promettono di spostare la vertenza e sfidare l’ASREM sul piano della legalità. Come già accaduto in un recente passato per il riconoscimento del diritto all’adeguamento salariale da parte dei lavoratori dipendenti degli Istituti di Vigilanza di tutta Italia, fermi per circa 10 anni.

L’ente pubblico ha ancora pochi giorni di tempo per rispondere ai sindacati che chiedono un incontro e una soluzione. Diversamente, sarà chiamato presso la Prefettura di Campobasso – fanno sapere i rappresentanti dei lavoratori – tramite un esposto sindacale in cui sarà denunciata la disparità di trattamento in atto.

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