HomeCronaca sindacaleDocenti italiani con Stipendi troppo bassi: il caso arriva a Bruxelles

Docenti italiani con Stipendi troppo bassi: il caso arriva a Bruxelles

Arriva direttamente a Bruxelles la denuncia della situazione salariale del personale scolastico. A portarla all’attenzione del dibattito sulle condizioni generali degli educatori è il Segretario generale Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile durante un convegno organizzato presso il Ministero dell’Istruzione della Vallonia.

Un recente studio dell’Università del Sussex (Gran Bretagna) evidenzia che gli insegnanti italiani occupano al terzo posto per status sociale “più basso al mondo con un punteggio di 14 su 100, ben al di sotto della media europea di 34″. Quanto basta per rimettere al centro della discussione il problema salariale, la scarsa valorizzazione delle professionalità nel sistema italiano e le risposte della politica che continuano a mancare. Uil Scuola Rua è, peraltro, l’unico sindacato che non ha sottoscritto il rinnovo del CCNL Istruzione Ricerca 2019-2021, proprio perchè ritenute inadeguato a dare risposte al personale scolastico.

Al centro il Segretario Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile

“In Italia – osserva D’Aprile – c’è un’idea distorta di chi lavora nelle nostre scuole. Una percezione così sfasata può avere ragioni culturali, ideologiche, ma non ha nulla a che vedere con la realtà dei fatti e il nostro compito deve essere quello di raccontare a tutti, soprattutto a coloro che non frequentano le nostre scuole da tempo, quello che accade realmente”.

Specie sul versante economico, che descrive la situazione di disagio sociale del personale scolastico, di ruolo come quello precario. “Il rispetto e il riconoscimento sociale, passano inevitabilmente per l’aumento degli stipendi. L’innalzamento delle retribuzioni rappresenterà uno dei nostri obiettivi principali per il prossimo contratto. Nel nostro Paese, il personale scolastico vede aumentare costantemente le proprie incombenze senza il giusto riconoscimento economico. La scuola deve uscire dal patto di stabilità, dunque fuori dai vincoli di bilancio, ed essere considerata non come fonte di risparmio bensì di investimento senza il quale si pregiudicano inevitabilmente le sorti delle nuove generazioni e, quindi, del paese”.

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