HomeCronaca sindacalePorti italiani, sciopero 2-3-4-5 luglio: annunciati disagi

Porti italiani, sciopero 2-3-4-5 luglio: annunciati disagi

E’ stato proclamato per il 4-5 luglio prossimi lo sciopero nazionale dell’intero settore portuale. Dietro l’iniziativa i sindacati di categoria Filt-Cgil e Fit-Cisl. Non ha aderito Uiltrasporti, sindacato che pure firma il contratto nazionale. L’organizzazione guidata dal neo Segretario Generale Marco Verzari ha deciso di sostenere le medesime ragioni di protesta con manifestazioni che si articoleranno a livello territoriale dal 1 al 7 luglio e uno sciopero di 48 ore in tutti i porti nazionali il 2 e 3 luglio.

Disagi sono annunciati per 4 giorni complessivi per l’utenza e per tutti i servizi della filiera portuale, che subiranno rallentamenti e disservizi.

Ecco la comunicazione ufficiale diramata via social:

Al centro delle rivendicazioni sindacali il mancato rinnovo del CCNL oramai scaduto dal 31 dicembre 2023. A distanza di 7 mesi dall’apertura del negoziato restano le divergenze tra le disponibilità delle associazioni datoriali e la richiesta dei rappresentanti dei lavoratori che puntano ad ottenere un aumento salariale ben superiore ai 200 euro.

La trattativa non ha visto quindi nessun avanzamento, sottolineano i sindacati, “malgrado lo stato di agitazione aperto l’11 marzo e lo sciopero del 3, 4 e 5 aprile scorsi“.

“C’è – sottolineano le organizzazioni sindacali nel comunicato – l’assoluto bisogno di giungere al più presto al rinnovo del Ccnl dei porti, con un accordo che preveda un aumento economico utile al recupero del potere d’acquisto perso dalle lavoratrici e dai lavoratori, oltre che gli ulteriori miglioramenti delle condizioni di lavoro, elevando gli standard di sicurezza e implementando il sistema di welfare già esistente”.

“Pertanto – concludono Filt Cgil e Fit Cisl – auspichiamo che le controparti datoriali di settore Ancip, Assiterminal, Assologistica, Assoporti, Fise-Uniport, riattivino il tavolo negoziale per affrontare e risolvere gli aspetti che hanno determinato la condizione di impasse della trattativa”.

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