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Whirlpool, l’azienda conferma la chiusura dello stabilimento di Napoli entro il 31/10. Patuanelli: “Piano industriale ha carenze”

Partenza in salita per il tavolo in corso al Ministero dello Sviluppo Economico sulla cessione del sito Whirlpool di Napoli e sul futuro dei suoi 340 lavoratori, convocato oggi da remoto con i ministri dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, del Sud Peppe Provenzano, del Lavoro Nunzia Catalfo, i sottosegretari Alessandra Todde e Alessia Morani, Invitalia, le regioni Lombardia, Campania, Marche e Toscana, i responsabili Whirlpool Spa e i sindacati nazionali e territoriali per fare il punto della situazione.

“Via da Napoli entro il 31/10” – Whirlpool ha subito confermato lo stop della produzione dal 31 ottobre prossimo. A ribadire il no a nuove proroghe, secondo quanto riportano fonti presenti all’incontro, è stato l’amministratore delegato della multinazionale americana, Luigi La Morgia: “Confermiamo la cessazione produzione a Napoli il 31 ottobre 2020”, ha detto aggiungendo poi che “dobbiamo discutere il modo di assorbire la maggior parte degli esuberi”. Un “declino significativo” causa Covid 19 d’altra parte, quello incassato da Whirlpool nel secondo trimestre dell’anno che il Gruppo non conta di poter recuperare del tutto entro la fine anno: “Tra aprile e maggio abbiamo perso il 19% della produzione“, avrebbe detto ancora La Morgia, che ricorda come per questo da 13 luglio scorso l’azienda abbia messo in campo incentivi aziendali per quei lavoratori che vorrebbero lasciare il lavoro con un incentivo esclusivamente da parte aziendale. L’azienda ha confermato però l’obiettivo di 250 milioni di euro di investimenti entro il 2021 e “l’impegno a continuare a investire in Italia” anche se il Covid-19 ha rallentato la produzione portando a un “ritardo di oltre dodici mesi rispetto agli obiettivi del piano industriale”. Ad oggi sono stati investiti 90 milioni di euro, entro il 2020 ne saranno investiti 70 e il resto nel 2021.

La replica dei ministri Patuanelli e Provenzano – Una presa di posizione che però viene rispedita al mittente dal ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli che ha replicato: “Questo piano industriale complessiva delle carenze e delle limitazioni eccessive rispetto all’effetto Covid e soprattutto cancella una parte importante del piano industriale. In totale quasi 50 milioni di euro sono stati messi a disposizione dal Governo e Regione Campania per continuare la produzione a Napoli”. Il ministro ha poi ribadito all’azienda che mantenere aperto lo stabilimento di Napoli resta “l’opzione A”, ma “poi assieme a Invitalia abbiamo fatto un percorso per non trovarci senza alternativa, non possiamo permetterci di stare senza un’alternativa”. Parole dure anche dal ministro Provenzano: “La presentazione di Whirpool non conferma assolutamente il piano industriale, una presentazione tutta da rifare perché cancella un pezzo importante dell’Italia, ovvero il sito di Napoli”.

Ma la crisi produttiva del sito di Napoli appare a Whirlpool irreversibile e sempre l’ad La Morgia ha di fatto declinato l’invito del ministro Provenzano a calcolare l’impatto positivo che potrebbe avere sui costi del sito la fiscalità di vantaggio per chi investe al Sud di prossima emanazione con una sconto del 30% sui costi del lavoro. “Sul sito di Napoli abbiamo investito 100 milioni di euro negli ultimi 10 anni ma purtroppo non ci sono più le condizioni di sostenibilità economica. La proposta del Ministro Provenzano non la possiamo prendere in considerazione“, ha detto rispedendo al mittente il provvedimento.

Le alternative sul tavolo – Invitalia ha provato a prospettare all’azienda opportunità nelle filiere della componentistica dell’automotive e dell’aerospazio “con aziende di eccellenza italiana e internazionale” in grado di assorbire complessivamente 272/282 addetti dello stabilimento di Napoli “se si realizzassero le condizioni di investimento”. Due sarebbero le principali imprese interessate: Adler Group e Htl Fitting. “Stiamo lavorando con gruppi di eccellenza assoluta, non con imprese diciamo improvvisate – ha aggiunto il ministro Patuanelli – come purtroppo qualche volta è successo in passato. Quando parliamo di Adler group e Htl parliamo di eccellenze, sono dimensionalmente molto solidi e riconosciuti, presenti da molto tempo”. In particolare nel settore avio, centralizzare la produzione di Adler Group nell’area comporterebbe, si legge nelle tabelle presentate al tavolo, un investimento di 15,3 milioni di euro e 52 posti di lavoro. A questi si aggiungerebbero il progetto dello stesso gruppo per le batterie a idrogeno nell’automotive con 18,6 milioni di investimenti e 20 occupati, l’ampliamento produttivo di Htl (50/60 addetti) e la localizzazione di un altro operatore con 150 addetti. Non solo, Patuanelli ha aggiunto anche che “come noto, nel settore aerospazio c’è un leader internazionale partecipato dallo stato con cui c’è un’interlocuzione e che può fare parte della soluzione”: il riferimento è a Leonardo.

Fiom: “Bloccare i licenziamenti, intervenga Conte” – “Il Governo deve essere garante del rispetto dell’accordo del 2018 con il mantenimento della produzione di lavatrici a Napoli” e “confermare anche per Whirlpool il blocco dei licenziamenti, per scongiurare che dal 31 ottobre le lavoratrici e i lavoratori di Napoli perdano il proprio posto di lavoro”. È quanto ha detto la segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile elettrodomestico, Barbara Tibaldi, in una nota diffusa a margine del tavolo su Whirlpool. “La vertenza deve tornare all’attenzione del Premier Conte – dichiara Tibaldi – perché è evidente, dagli interventi di oggi dei Ministri al tavolo, che ci sono opinioni diverse all’interno del Governo. La relazione di Whirlpool mette in discussione il piano del 2018, un piano fatto per evitare i licenziamenti e per arrivare alla saturazione di tutti gli stabilimenti”, sottolinea la dirigente sindacale chiedendo “coerenza tra le parole e i fatti” all’azienda e al Governo. “Sono state messe a disposizione circa 100 milioni di euro di risorse pubbliche – aggiunge Tibaldi – che vanno vincolate al rispetto di quel piano”.

La vicenda – Nell’ultimo incontro Whirlopool aveva già confermato la volontà di chiudere la produzione di elettrodomestici di alta gamma il 31 ottobre prossimo per motivi economici mentre Invitalia aveva conteggiato per il momento solo 9 manifestazioni preliminari di interesse di cui soltanto la metà stavano continuando ad approfondire l’ipotesi di acquisto peraltro senza essere in condizioni di assorbire tutti i lavoratori del sito. Nel frattempo la Prs, a cui inizialmente Whirlpool aveva pensato di cedere lo stabilimento, ha fatto polemicamente un passo indietro e si è sfilata dalla ‘gara’. Oggi dunque il punto, atteso dai lavoratori ma anche dal territorio. .

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Fonte: ilfattoquotidiano.it

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