La missione umanitaria Global Sumud Flotilla è entrata nella zona controllata dalla Marina militare israeliana nelle prime ore del 1° ottobre. Si tratta dell’area considerata più pericolosa del suo viaggio. In queste ore, mentre cresce la tensione e si teme un intervento militare in qualsiasi momento, alcuni sedi CGIL territoriali ha già fornito le prime indicazioni operative per lo sciopero generale improvviso che scatterebbe in caso di attacco o blocco della missione.
Venezia in prima linea: 8 ore di sciopero e raduno alle 9
La Camera del Lavoro di Venezia è tra le prime a definire tempi e modalità. In caso di intervento armato, verrà proclamato uno sciopero generale di 8 ore, con raduno alle ore 9:00 in piazza, nel giorno stesso della proclamazione. Lo sciopero sarà senza preavviso, come previsto nelle mobilitazioni straordinarie. Le 8 ore devono intendersi per ogni turno di lavoro, quindi estese anche ai turnisti e ai lavoratori impegnati in orari notturni.
Si tratta di una indicazione “locale” ma tutto fa pensare che nel resto d’Italia saranno date indicazioni analoghe: 8 ore di sciopero e non stop ad oltranza. La Cgil nazionale ha anche approvato un Documento che preannuncia la mobilitazione in qualsiasi momento.
Lo stop al lavoro sarà “generale”, chiamando alla protesta lavoratori dei comparti pubblici (trasporti, scuola, sanità, treni, ecc.) e i lavoratori dei settori privati.
Possibile sciopero già il 2 ottobre
Se la situazione dovesse degenerare, già nella giornata di oggi, 1° ottobre, la CGIL potrebbe proclamare ufficialmente lo sciopero per giovedì 2 ottobre. Si tratterebbe di una mobilitazione nazionale, con presidi, manifestazioni e cortei nelle principali città italiane. Il segnale della CGIL mira a unire i lavoratori e a ribadire la richiesta di rispetto del diritto internazionale e della protezione umanitaria.
USB e sindacati autonomi pronti alla mobilitazione
Anche l’Unione Sindacale di Base (USB) ha annunciato di essere pronta a entrare in azione, in coordinamento con i sindacati autonomi dei portuali. Già nei giorni scorsi si sono registrate azioni di sabotaggio simbolico e rifiuti di servizio da parte dei lavoratori nei porti di Ravenna, Livorno e Genova, che hanno deciso di non operare sulle navi dirette in Israele. USB ha fatto sapere di essere pronta a fermare nuove imbarcazioni nei prossimi giorni, nel caso di escalation militare ai danni della missione umanitaria Global Sumud Flotilla.



