AGI – Quella del 2020 sarà un’estate da dimenticare per il turismo: è leggermente aumentato il numero degli italiani che hanno fatto le vacanze nel Paese (+1,1%) ma il calo degli stranieri è stato peggiore delle attese (-65,9%). È quanto emerge dalle stime elaborate da Cst Firenze per Assoturismo Confesercenti, sulla base dei dati forniti da un campione di 1.975 imprenditori della ricettività in tutta Italia, che evidenziano come si siano svuotate città d’arte (-49,6%) e laghi (-48,6%); resistono montagna (-19%) e mare (-23,7%).
Male Nord Est (-34,4%), Sud più resiliente (-20,4%). “Il lieve recupero del mercato italiano di agosto non basta a salvare l’estate 2020, che per il turismo rimane una stagione da dimenticare”, spiega una nota. “Nel trimestre giugno-agosto le presenze nelle strutture ricettive ufficiali in Italia si sono fermate a 148,5 milioni, oltre 65 milioni in meno rispetto al 2019 (-30,4%), con un calo più forte nell’alberghiero (-32,6%) rispetto all’extralberghiero (-27,5%)”
Dal punto di vista del fatturato, le imprese segnalano un crollo rilevante dei volumi, stimato mediamente al 37,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, (-38,7% gli hotel e -33,8% l’extralberghiero). Si stimano in circa 40 mila le strutture ricettive che hanno aderito alla misura di sostegno adottata dal governo Bonus Vacanza, di cui il 73% nel settore extralberghiero.
“Il recupero fisiologico della domanda italiana nelle settimane centrali di agosto non e’ stato sufficiente ad agganciare il rimbalzo”, spiega Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. “Ora le imprese sperano in un prolungamento della stagione estiva a settembre e in una graduale ripresa degli stranieri, anche se le notizie di una risalita dei contagi hanno frenato le prenotazioni e in qualche caso provocato delle disdette.
L’emergenza è quindi tutto fuorché archiviata: occorre prolungare i sostegni al settore, che si trova di fronte ad una nuova stagione di incertezza. Ma anche estendere e modificare il meccanismo dei buoni vacanze: la bassa adesione dimostra che, così com’è, è troppo oneroso per gli imprenditori, che non sono nelle condizioni di perdere liquidità”.
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Fonte: agi.it