“Avevamo già commentato positivamente la decisione di FCA di costruire questa infrastruttura che consentirà ai veicoli di scambiare energia con la rete. Resta il fatto che la priorità per noi rimane l’occupazione, la priorità rimangono le lavoratrici e i lavoratori che da tredici anni sono in cassa integrazione. L’unico modo per farli rientrare al loro lavoro è smettere definitivamente l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Bisogna implementare il piano industriale perché questo, purtroppo, non è ancora sufficiente. Servono modelli che diano volumi produttivi, dall’inizio dell’anno sono state assemblate meno di 8.000 vetture tra i due stabilimenti torinesi. Per avere la piena occupazione ed il pieno utilizzo degli impianti servirebbe produrre 200.000 veicoli all’anno.
L’obiettivo della fine della cassa integrazione è possibile solo attraverso la produzione in Italia dei veicoli mass market (segmenti A, B e C). E’ necessario un piano per i lavoratori del gruppo che investa nell’innovazione a partire dagli enti centrali e punti ad abbassare l’età media dei lavoratori che è di 56 anni, un piano di certezze sono le assunzioni di giovani in misura consistente.
Fino a quando permarranno gli ammortizzatori sociali sarebbe incomprensibile da parte nostra non nutrire preoccupazioni e dubbi, con la volontà di confrontarci per dare certezze con un pieno rilancio che garantisca i volumi anche per i lavoratori della componentistica.
Le dichiarazioni del ministro Patuanelli ci lasciano basiti. L’industria dell’auto è centrale in tutti i Paesi industrializzati. In Europa, Germania e Francia hanno presentato piani poderosi, mentre in Italia esclusi i bonus alla domanda e il prestito garantito a FCA, non c’è nulla.
La Fiom ha delle proposte che chiede da tempo di portare ad un tavolo di confronto, perché non è sufficiente seguire con attenzione l’evoluzione dell’auto, ma servirebbe avere un piano preciso di sviluppo industriale, prevedere investimenti pubblici per l’installazione di paline di ricarica nel territorio, l’ingresso nel consorzio europeo e la costruzione di una grande fabbrica di batterie. La transizione ecologica deve essere affrontata anche con lo sviluppo e la produzione europea dell’idrogeno come sta accadendo sull’asse Parigi – Berlino.
Investire sulla formazione dei lavoratori per le nuove tecnologie e sui giovani per avere un nuovo piano per il neo gruppo Stellantis che valorizzi la capacità di “fare auto” nel nostro Paese”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Edi Lazzi segretario generale Fiom-Cgil Torino
Roma, 14 settembre 2020
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Fonte: fiom-cgil.it