Dopo la lettera del Ministero del Lavoro ad Assodelivery e Ugl non tarda ad arrivare la reazione di Ugl. Contattato dal quotidiano La Verità il sindacato ha fatto sapere che l’accordo firmato qualche giorno fa con Assodelivery e che si applica alle piattaforme ad esso associate come Deliveroo, Just Eats, ecc., non ha nulla a che vedere con i profili di illegittimità a cui allude il Ministero guidato da Nunzia Catalfo che muoverebbe critiche “per lo più di natura politica” (per approfondire clicca qui).
In particolare il compenso dei lavoratori non sarebbe determinato secondo il sistema del cottimo e che ogni critica sarebbe “priva di fondamento”.
Ecco le dichiarazioni di Ugl riportate sulle colonne del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro a:
“«Tecnicamente parlare di tariffa di cottimo, così come lo intendiamo oggi, è una forma di retribuzione del lavoro subordinato che utilizza il rendimento del lavoratore per la determinazione della retribuzione. Nella fattispecie del cottimo di cui sopra, il lavoratore, in quanto subordinato, è tenuto ad assicurare la prestazione lavorativa con le modalità e le tempistiche richieste dal datore di lavoro», continuano. «Nel caso dei rider invece gli stessi sono liberi di determinare autonomamente sia la collocazione della prestazione lavorativa, sia la durata della stessa. Trattandosi quindi di rapporti propriamente di natura autonoma, il sistema del corrispettivo segue la “classica” formulazione del pagamento a prestazione, incentrato principalmente sul risultato conseguito dal lavoratore autonomo, che ne caso di specie è la consegna».
Dunque secondo Ugl non può dirsi che i lavoratori sono pagati a cottimo poichè i Rider dell’accordo con Assodelivery hanno un rapporto di lavoro autonomo, non da dipendenti.
Dello stesso avviso – conclude La Verità – sono anche giuslavoristi come Michel Martone, Michele Tiraboschi, Pietro Ichino e Gabriele Fava.