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Melfi produca a pieno regime

II giorno dopo il vertice con il management di Stellantis si fa il punto della situazione, con la consapevolezza che non tutte le nubi sono state sgombrate dal cielo di Melfì. Ne parliamo con Michele De Palma della segreteria nazionale Fiom-Cgil (responsabile settore automotive): «Siamo arrivati all’incontro sulla scorta delle assemblee con i lavoratori che ci hanno manifestato preoccupazione sul futuro». 

L’azienda dice che Melfi non sarà depotenziata. Ma nello stesso tempo rende noto che sta portando avanti uno studio sull’utilizzo di un’unica linea produttiva proprio a Melfi… 

«Ed è questo un aspetto che abbiamo chiesto di chiarire. Sì, l’azienda ci dice che c’è uno studio in corso per passare da due linee per i tre prodotti in assemblaggio a Melfi (una per 500x e Reengade e l’altra per la Jeep Compass) a una. Nello stesso tempo spiega che ad oggi e per il prossimo futuro non ci saranno disinstallazioni». 

I lavoratori, però, continuano ad essere preoccupati. Perché si fa uno studio sapendo che poi non si deve attuare? 

«E infatti ecco perché teniamo alta l’attenzione e non siamo usciti dall’incontro dicendo che va tutto bene». 

Altro tema che rischia di impattare sull’assetto occupazionale è quello legato all’indotto. Ne avete parlato con l’azienda? 

«Certo. Ci è stato detto che non ci sarà alcun impatto su chi lavora nell’indotto e nella logistica, perché ad oggi non c’è alcuna iniziativa tesa a far cessare le commesse». 

I manager del gruppo fanno riferimento alla necessità di giungere ad un efficientamento dei costi. Ma come? 

«È un tema che è stato posto già dall’amministratore delegato Tavares durante le sue visite negli stabilimenti del gruppo. Abbiamo chiesto che non si prenda alcuna iniziativa unilaterale su questo fronte. Occorre sempre un confronto, evitando ciò che è accaduto, per esempio, per il servizio di pulizia». 

Le difficoltà legate alla pandemia e il mercato sempre più competitivo sono variabili che incidono sulla tenuta del gruppo. Cosa bisognerebbe fare, a suo giudizio, per rilanciarsi e rendere più stabile l’attuale assetto occupazionale?

«Il vero tema è quello del piano utilizzo degli impianti, con il ritorno al lavoro di tutti i dipendenti. La nascita di Stellantis deve servire al pieno utilizzo della capacità di progettazione, ricerca e sviluppo e produzione di mobilità sostenibile. È necessario che an che il Governo italiano decida che il settore automotive è strategico per l’industria del nostro Paese convocando il tavolo di settore per il futuro della mobilità e la salvaguardia dell’occupazione». 

A proposito, ma in tutta questa storia il Governo che ruolo ha? 

«Il problema che noi abbiamo è la totale assenza del Governo da un confronto che noi riteniamo assolutamente necessario». 

Resta lo stato di allerta, dunque… 

«Sì, non potrebbe essere altrimenti. Nei prossimi giorni terremo le assemblee unitarie all’interno degli stabilimenti per parlarne con i lavoratori». 

C’è un fronte sindacale compatto o emergono delle divergenze? 

«Il tema è condiviso. Tutti insieme i sindacati presenti all’incontro hanno ribadito che la fusione tra Psa e Fca non può portare alla messa in discussione non solo dei lavoratori, ma anche della capacità installata». 

Cosa vuoi dire? 

«Vuol dire che Melfì ha una capacita produttiva di 400mila vetture e bisogna puntare al pieno utilizzo del potenziale di stabilimento. In questo ambito imprescindibile non c’è spazio per la disinstallazione di una linea». 

 

 Intervista di Massimo Brancati a Michele De Palma, pubblicata sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 17 aprile 2021

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Fonte: fiom-cgil.it

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