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Decreto Sostegni bis, 3 mosse per dare più ‘liquidità’ a imprese e partite Iva

Il Decreto Sostegni bis, atteso tra lunedì e martedì, conterrà un pacchetto di misure a sostegno delle Pmi – Piccole e medie imprese – che nonostante gli aiuti ricevuti dal Governo nel corso dell’ultimo anno, ancora faticano nell’uscire dalla crisi scaturita dalla pandemia. Sebbene molte imprese abbiano ricominciato a restituire i prestiti alle banche, molte altre sono rimaste indietro, soprattutto le più piccole, il che comporta la necessità di ulteriori interventi statali per evitarne il collasso e favorirne la ripresa. Ancora non è dato sapere con certezza l’entità dei sostegni alle Pmi che saranno contenuti nell’imminente decreto, ma possiamo avanzare varie ipotesi sulla base della bozza circolante e di quanto riportato dai giornali.

In particolare i quotidiani parlano di un nuovo capitolo del Decreto rubricato “Misure per l’accesso al credito e la liquidità delle imprese“, che dovrebbe garantire alle piccole medie imprese fondi per 3,2 miliardi di euro.

DECRETO SOSTEGNI BIS: PROROGA DEBITO

L’intervento principale riguarderà la proroga dei debiti, misura introdotta lo scorso anno, in piena pandemia, col <Decreto Liquidità>: per tutti i prestiti agevolati con garanzia Sace o Fondo Pmi, ci dovrebbe essere lo spostamento a fine anno dell’attuale scadenza del 30 giugno stanziando 1,86 miliardi in più.

Altri 200 milioni invece serviranno a prorogare la moratoria a favore delle pmi. Si tratta di prestiti fino a 30mila euro con garanzia del Fondo Pmi, grazie ad un miliardo messo in più a bilancio, e il rimborso verrebbe esteso dagli attuali 6 anni a 10, ma l’attuale garanzia al 100% scenderebbe al 90%.

DECRETO SOSTEGNI BIS: SOSPENSIONE MUTUI

Nel pacchetto verranno poi inserite anche la proroga al 31 dicembre della possibilità di sospendere i mutui relativi alla prima casa, estendendo l’ammissibilità al Fondo di garanzia fino a 400.000 euro di importo.

DECRETO SOSTEGNI BIS: LIQUIDITA’ PMI

E poi c’è il problema della difficoltà per le pmi nel reperire la liquidità, che il Decreto tenta di gestire con un nuovo strumento di garanzia pubblica di portafoglio attraverso il Fondo centrale Pmi (che si affianca a quelli per la liquidità) puntando ad accrescere il patrimonio delle imprese fornendo loro, proprio nella prima fase di uscita dall’emergenza Covid, l’accesso a nuovi finanziamenti di medio-lungo termine (6-15 anni), a patto che almeno il 60% vada a investimenti e ricerca e sviluppo.

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