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Consumo di suolo. Risso (Terraviva Cisl): “I dati sono molto preoccupanti, importante rallentare la cementificazione. Attenzione anche al tema dell’agro-fotovoltaico”



Secondo il “Rapporto sul consumo di suolo” presentato oggi da ISPRA, l’Italia perde 2 metri quadrati di suolo al secondo e nel 2020 sono stati cementificati quasi 60 chilometri quadrati di territorio, circa 16 ettari al giorno. Sono circa 360 mq di cemento per ogni italiano (erano 160 negli anni ’50).

“Preoccupante anche il fatto che dal 2012 ad oggi il suolo non ha potuto garantire la fornitura di 4 milioni e 155 mila quintali di prodotti agricoli, e la tendenza è in aumento se non si interverrà in maniera lungimirante e strutturale – spiega Claudio Risso Presidente di Terra Viva Cisl commentando i dati del report – Si continua ad asfaltare, a costruire nuovi manufatti abitativi senza considerare che la nostra popolazione, con i pesanti dati di denatalità, non ne ha probabilmente bisogno. E su questo punto noi continuiamo a sostenere la nostra battaglia per la “clausola sociale”, un sistema incentivante per produttori o famiglie che decidano di ripopolare le aree interne, più fragili e poco monitorate, contribuendo così ad aumentare la superficie coltivata e a salvaguardare il territorio dal rischio idrogeologico.”

L’associazione di produttori agricoli della Cisl si esprime anche sul sistema agro-fotovoltaico.

“Dal rapporto si prevede un aumento al 2030 compreso tra i 200 e i 400 kmq di nuove installazioni a terra che invece potrebbero essere realizzate su edifici esistenti. Ogni anno si perdono 180 ettari di suolo per installazioni fotovoltaiche. Certo, l’energia alternativa è il futuro della sostenibilità, ma l’agricoltura non può essere sacrificata a questo. La sfida alla transizione ecologica ci impone di affrontare la questione di uno sviluppo del fotovoltaico in agricoltura con un approccio responsabile. In questo processo, c’è anche il rischio di una distorsione del mercato agricolo, con una grave ricaduta sul costo dei terreni. La perdita di suolo e la desertificazione causano gravi danni alla salute, alla sicurezza in alimentazione, all’economia del settore. E’ urgente, quindi, investire le risorse del PNRR facendo tesoro delle esperienze di questi anni, ma anche tenendo conto delle nuove soluzioni disponibili” conclude Risso.

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Fonte: cisl.it

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