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Aziende in fuga dall’Italia, il manifesto annuncia: pronto il decreto con multe milionarie e restituzione incentivi statali

Era stato annunciato nelle scorse settimane ed ora la bozza di “decreto anti-delocalizzazioni”, che mira a rendere più tortuoso il percorso per le aziende che punto ad uscire dall’Italia solo per risparmiare sul costo del lavoro, è sul tavolo del Presidente del Consiglio Mario Draghi.

A annunciarlo è il quotidiano il manifesto in edicola oggi sulle cui colonne si legge:

Il titolo del Decreto è «Misure urgenti in materia di tutela dell’insediamento dell’attività produttiva e di salvaguardia del perimetro aziendale». Si ispira alla legge Florange del 2014, dal nome della città francese in cui Mittal chiuse uno stabilimento, provocando la reazione dell’allora presidente Hollande. Diversamente dal provvedimento di Di Maio nel decreto Dignità del 2018 che salvaguardava i marchi italiani, l’obiettivo è rendere più difficili le delocalizzazioni prevedendo multe per le aziende che se ne vanno dall’Italia senza problemi di bilancio e fatturato, ma solo per sfruttare un costo del lavoro più basso e avendo intascato incentivi statali.

Il Decreto è stato scritto ‘a due mani’ dal ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro ed ha la particolarità di applicarsi anche alle vertenze in atto in questi mesi e interessa i siti produttivi che occupano già dai 50 ai 100 dipendenti. E’ quindi ‘adattabile’ alle vertenze come quella della Gkn di Firenze, Whirpool di Napoli, ecc.

La norma di maggiore impatto – si legge sul quotidiano ‘comunista’ – “riguarda la multa che l’azienda che non rispetta le regole dovrebbe pagare: fino al 2% del fatturato, che per le multinazionali equivarrebbe a milioni di euro. In più sarà previsto la restituzione di ogni incentivo statale – erogato dal Mise – avuto negli ultimi 5 anni, più interessi”.

Inoltre le aziende pronte a delocalizzare dovrebbero fare i conti con una procedura tortuosa che le spingerebbe a negoziare coi sindacali: ”le aziende dovrebbero comunicarlo 6 mesi prima e per 3 mesi dovrebbero cercare un acquirente per la reindustrializzazione”.

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