Chi continua a pensare che il caporalato esista solo a Sud d’Italia ha una visione dimezzata del problema. L’ultimo clamoroso fatto di cronaca infatti ha un’ambientazione tutta settentrionale.
Dopo una serie di controlli nei gironi scorsi presso 16 le aziende della provincia di Treviso sono state rilevate illegalità sia in ambito lavorativo che a carattere igienico-sanitario presso 9 di queste.
Le aziende ispezionate operano nel campo della lavorazione di paste alimentari, della macellazione e della trasformazione di carni bovine ed ovine.
Ma c’è dell’altro. Il quotidiano locale Il Resto del Carlino scrive anche che:
“Dopo i controlli dei giorni scorsi, che hanno portato alla scoperta di 118 lavoratori irregolari nei campi del Veneto, la task force ha operato per una serie di controlli nei settori merceologici della logistica e dell’alimentare. All’attività ispettiva, coordinata dall’Ispettorato del Lavoro di Treviso – e hanno partecipato gli ispettorati di Brescia, Varese, Belluno – insieme all’Ispettorato Interregionale del Lavoro di Venezia e i mediatori culturali dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, partner di progetto. La task force, inoltre, si è inoltre avvalsa del personale del Servizio di Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’AUSL 2 trevigiana”.
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