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Reddito di cittadinanza, Corriere: nuovi controlli e taglio al 1° rifiuto di lavoro

Nonostante l’annunciata ripresa economica il costo del Reddito di cittadinanza dovrebbe salire nel 2021 e anche nel 2022. Ecco perchè il Governo punta ad una stretta che possa contenere il più possibile l’incremento della spesa, con il rischio che vada fuori controllo. Ne parla l’edizione odierna del Corriere della sera:

“Le famiglie beneficiarie ad agosto sono state il 5,7% in più rispetto all’anno scorso: 1,67 milioni di nuclei che includono circa 3,8 milioni di persone (oltre un milione in più rispetto al 2019). L’analisi dei dati rivela che probabilmente le frodi sono frequenti. Per prevenirle, la legge di bilancio dovrebbe stabilire più controlli ex ante per chi richiede il sussidio. Diventerà obbligatorio allegare alla domanda un certificato di residenza recente e si dovrà firmare la “Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro” del richiedente e dei suoi familiari, prima ancora che la domanda venga presa in esame. È poi previsto un intervento sulla potenziale via di uscita dal sussidio che al momento appare, quantomeno, ostruita. Oggi i beneficiari perdono l’assegno solo se rifiutano tre proposte di lavoro “congrue” da parte del loro centro per l’impiego, ma non accade quasi mai: di rado questi uffici pubblici non riescono ad arrivare alle tre proposte e intanto molti percettori arrotondano lavorando in nero. Di qui l’idea che chi beneficia del Reddito ne perderebbe una parte già al primo rifiuto di un’offerta di lavoro oppure, più probabilmente, a partire dal secondo rifiuto. Questi due interventi dovrebbero far risparmiare almeno 700 milioni rispetto all’aumento di 1,5 miliardi temuto nel costo del Reddito di cittadinanza l’anno prossimo”.

Dunque secondo quanto scrive il quotidiano milanese il Governo punterà da un lato ai controlli, rafforzando quelli svolti ex-ante, e dall’altra parte ad un sistema che prevede un taglio del sussidio per chi rifiuta una congrua offerta di lavoro. Nello specifico arriverà un primo taglio già al primo rifiuto oppure dal secondo, questo deve essere ancora deciso ma la sensazione – conclude il CorSera – è che il taglio sarà operativo a partire del secondo evento in cui il lavoratore rifiuta il lavoro.

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