Concorso a vario titolo del reato previsto dall’art. 603 bis del c.p. ovvero intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, nonché di reati in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro. E’ questa l’accusa con cui sono state adottate misure restrittive per un 39enne bulgaro attualmente detenuto nel carcere, e di un 61enne imprenditore agricolo di Mozzagrogna, ai domiciliari.
E’ successo a Chieti, in Abruzzo, dove le indagini del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno portato alla luce una situazione di sfruttamento lavorativo nei confronti di almeno undici cittadini di nazionalità bulgara: entrambi gli arrestati reclutavano e impiegavano lavoratori stranieri senza regolare assunzione e con una paga oraria più bassa rispetto a quello dei contratti collettivi nazionali e provinciali.
Le indagini hanno messo in luce che era in atto anche una tratta di ‘braccianti schiavi’: venivano via mare dalla Grecia sbarcano nei porti pugliesi, per poi proseguire in autobus fino a San Severo (FG) da dove venivano poi trasferiti fino a Fossacesia dove alloggiavano in un locale di proprietà dell’imprenditore agricolo italiano, fatiscente e senza i servizi igienico sanitari di base.
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