A quasi un anno di distanza dalla tragica morte di Luana D’Orazio, la giovane apprendista morta lavorando ad un orditoio, che ha lasciato un bambino di poco più di 5 anni, arrivano le prime notizie di una possibile soluzione risarcitoria della vicenda a pochi giorni dall’apertura del processo. Soluzione non accettata, però, dai familiari della giovane.
Lo si apprende dalla versione on-line de Il Fatto quotidiano:
“La famiglia di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta il 3 maggio 2021 mentre stava lavorando a un orditoio a Montemurlo, ha rifiutato l’offerta di risarcimento da 1,2 milioni di euro presentata dalla compagnia assicurativa Unipol per conto dell’azienda dove era impiegata la giovane. A farlo sapere è Andrea Rubini, l’amministratore delegato di Gesi Group, la società di consulenza dei familiari di Luana, che ha risposto all’offerta giudicandola “incongrua”. “Abbiamo scritto all’assicurazione una risposta formale, spiegando loro – chiarisce lo stesso Rubini – che i danni patrimoniali e non, sono ancora da quantificare. Non riteniamo stabilizzata la situazione, ci riserveremo di approfondire la questione nelle prossime settimane”.
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