L’esclusiva viene dal quotidiano Avvenire, nella versione on-line. La legge delega che ha autorizzato il Governo ad emanare decreti legislativi per introdurre l’Assegno unico e universale per i figli a carico, ha al suo interno una norma che è rimasta inattuata. Conseguentemente, in assenza di legge Inps non può erogare questa ulteriore “modalità” dell’Assegno unico.
Questa norma consentirebbe di erogare l’Assegno unico anche a chi non ha i requisiti basilari in tema di cittadinanza, residenza e soggiorno.
Ecco quanto scrive il quotidiano ‘cattolico’:
“La norma-madre, innanzitutto. Bisogna tornare alla legge-delega sull’assegno unico. Articolo 2, comma 1, lettera g: «A fronte di comprovate esigenze connesse a casi particolari e per periodi definiti – hanno scritto i legislatori –, su proposta dei servizi sociali e sanitari territoriali deputati alla tutela della natalità, della maternità, dell’infanzia e dell’adolescenza, possono essere concesse specifiche deroghe ai criteri previsti (per l’erogazione dell’assegno unico per figli, ndr) da una Commissione nazionale, istituita con decreto del ministro con delega per la Famiglia, di concerto con il ministro del Lavoro e delle politiche sociali». Insomma le Camere, nel delegare il governo ad attuare la legge sull’assegno unico, hanno previsto una concreta possibilità perché il beneficio venga erogato anche in deroga ai criteri-base (cittadinanza, residenza e soggiorno in Italia)”.
Nonostante le segnalazioni del Parlamento questa norma è rimasta inattuata, continua Avvenire, che poi precisa “la sensazione è che il motivo sia anche politico, perché erogare l’assegno unico anche a donne straniere senza permesso di soggiorno potrebbe rompere l’“unanimità” attorno alla misura. Ma la legge-delega ormai è scritta, le deroghe vanno definite. Deroghe che potrebbero aiutare tante donne straniere che meditano di non partorire per problemi economici. La prospettiva di un contributo fisso mensile e statale potrebbe indurre a scegliere la vita e anche superare le polemiche quando a muoversi su questi temi sono gli enti locali”.
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