È stato varato nella giornata del 21 aprile scorso il decreto con la riforma del sistema scolastico. Il decreto legge, varato dal Governo, attende ora l’approvazione del Parlamento. Dopodiché, sarà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a decretarne l’ufficialità. In questo articolo vi avevamo anticipato il primo giudizio del quotidiano il manifesto, contrario alla nuova riforma che prevede, tra le altre cose, una formazione continua degli insegnanti e il superamento di alcune prove con cadenza quadriennale, dalle quali dipenderanno gli scatti stipendiali. Ma i cambiamenti riguardano anche il sistema di reclutamento degli insegnanti. Vediamo, in breve, le novità più sostanziali previste dalla nuova riforma.
Nuova riforma scuola 2022: reclutamento insegnanti
Per quanto riguarda il reclutamento degli insegnanti, sono tre i percorsi che la nuova riforma prevede per arrivare alla cattedra. Vediamoli:
- Percorso ordinario (artt. 2-bis e 2-ter). Durante il percorso accademico o dopo aver conseguito la laurea, l’aspirante professore di scuola media o superiore dovrà conseguire 60 Cfu in discipline antro-psico-pedagogiche e digitali, dei quali almeno 20 Cfu attribuibili a un tirocinio diretto presso le scuole e a uno indiretto. Successivamente, dovrà sottoporsi a un esame formato da una prova scritta e da una lezione simulata per testare rispettivamente le conoscenze dei contenuti disciplinari e la capacità di insegnamento. Superando la prova finale l’aspirante professore sarà abilitato alla docenza e potrà quindi partecipare a uno dei concorsi semplificati per cercare di ottenere una cattedra. Solo a quel punto e solo dopo aver superato anche l’anno di prova, verrà confermato in ruolo.
- Percorso transitorio (art. 18-bis, comma 2). Dà la possibilità di partecipare a una selezione anche a quel laureato che durante gli studi accademici abbia conseguito, nelle discipline suddette, solo 30 Cfu: in caso di superamento della selezione, infatti, egli potrà acquisire gli altri 30 nel corso del primo anno di insegnamento. L’esito positivo determinerà, infine, l’effettiva immissione in ruolo.
- Accesso diretto (art. 5). Riservato esclusivamente ai “precari storici“, ossia quelli che hanno alle spalle almeno 36 mesi di servizio negli ultimi cinque anni. Costoro potranno accedere direttamente al concorso.
Nuova riforma scuola: formazione continua
Con la nuova riforma la formazione in servizio dei docenti diventa continua e strutturata in modo da favorire l’innovazione dei modelli didattici, con particolare riferimento alle competenze linguistiche e digitali, come si legge nell’art. 16-ter comma 1. Tale formazione dovrà essere svolta nell’ambito dell’orario lavorativo.
Viene poi introdotto un sistema di aggiornamento e formazione con una pianificazione su base triennale (comma 1-bis) che consentirà agli insegnanti di acquisire conoscenze e competenze per progettare la didattica con strumenti e metodi innovativi. I percorsi svolti saranno anche valutati con la possibilità di accedere, in caso di esito positivo, a un incentivo salariale. I percorsi di formazione continua saranno definiti dalla Scuola di alta formazione, istituita con la riforma (i cui compiti sono disciplinati dall’art. 16-bis).
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