Non sono ottimali le notizie che arrivano dal settore turistico. Perché è vero che la ripresa è in corso, con i turisti che sono tornati ad affollare le nostre città, spiagge e montagne, come ai tempi pre-pandemia, ma cambiando punto di vista i numeri raccontano altro. Purtroppo, quello che doveva essere l’anno della ripresa si sta trasformando nell’anno della frenata. La causa è da riscontrare nella mancanza dei lavoratori stagionali. C’è chi accusa il reddito di cittadinanza (e chi ha proposto anche di abolirlo) e chi invece ritiene sia una inevitabile conseguenza nella quale incappare quando le offerte che si avanzano sono troppo poco allettanti e gli stipendi troppo bassi.
Come se ne esce? A domandarselo è Il Messaggero, che nell’edizione di oggi 30 maggio riporta una possibile soluzione, suggerita dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia:
“Per il ministro Garavaglia occorre intervenire su reddito di cittadinanza e NASpI. L’idea è di riconoscere a chi accetta un lavoro stagionale la metà del sussidio, anziché levarglielo del tutto. Garavaglia ha anche rilanciato la possibilità di reintrodurre i voucher, nel settore turistico ma anche in quello agricolo.”
Soluzione che non giunge nuova alle nostre orecchie e che lo stesso quotidiano romano aveva anticipato. Il ministro del Turismo, infatti, già un paio di settimane fa aveva proposto di mantenere attivo al 50% il reddito di cittadinanza per coloro che avessero accettato un’offerta di lavoro stagionale. A distanza di 15 giorni e con la stagione turistica alle porte, questo pacchetto di norme avanzato dal ministro leghista per adesso non si è visto. In pratica, tutto fumo e niente arrosto.
Vedremo se a breve la situazione si sbloccherà e se il dibattito sul Reddito di Cittadinanza porterà a qualcosa di concreto oppure no.
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