Settimana prossima si torna in aula, ma i nodi da sciogliere sul reparto scuola sono ancora tanti. E mentre la prima campanella, quella di Bolzano, ha già suonato, Palazzo Chigi ha fissato un incontro all’Aran per mercoledì 7 settembre. Il Governo uscente vuole accelerare i tempi della trattativa sul contratto, con i lavoratori del settore che attendono il rinnovo da più di 3 anni.
Ne dà notizia Il Sole 24 Ore, che nell’edizione in edicola il 5 settembre annuncia:
“All’ultima riunione a fine luglio all’Aran si è fatto il conto (provvisorio) delle possibili risorse aggiuntive che si potrebbero dirottare sul Ccnl. Nella lista, per i docenti, si è parlato del “fondo Fedeli” per la valorizzazione della professione (240-270 milioni) e dei quasi 90 milioni sul trattamento accessorio. Per il personale tecnico-amministrativo (gli Ata) ci sono i circa 37 milioni per i nuovi ordinamenti professionali, e i 14,8 milioni sull’accessorio. Il costo dell’elemento perequativo, introdotto con il precedente rinnovo e già anticipato negli stipendi del triennio, è di circa 210 milioni. Ebbene, secondo una prima stima, con questo rabbocco di risorse, il rinnovo del contratto porterebbe in dote agli 850 mila docenti italiani 123 euro medi pro capite lordi (75-80 netti) e 90 euro medi pro capite lordi per i 200 mila Ata (60-65 netti).“
Cifre lontane da quelle avanzate dai sindacati, che vorrebbero un aumento per i docenti di 300 euro lordi al mese, per portare gli stipendi allo stesso livello delle altre funzioni centrali della PA. Proposta difficilmente realizzabile, ma che qualcuno in vista delle elezioni sta cercando, almeno in parte, di accontentare: per approfondire clicca qui.
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