Le imprese agricole giovani sono più digitalizzate, multifunzionali e competitive ma ancora troppo poche per tenere il passo con un settore che offre invece molte potenzialità.
E’ la fotografia che emerge dal 7° Censimento generale dell’Agricoltura, i cui dati aggiornati a luglio 2021 sono stati rilasciati dall’ISTAT lo scorso 23 settembre.
Gli ultimi dati indicano la perdita di circa il 20% delle aziende guidate da under 35 negli ultimi 10 anni: nel 2020 sono 104.886, nel 2010 erano 186.491. Scende anche la percentuale di aziende guidate da un imprenditore under 40: 9,3% nel 2020 rispetto all’11,5% nel 2010.
Aziende agricole, quali migliorie apportano i giovani?
I dati non sono confortanti. Per questo motivo Ismea ha approvato una linea di contributi destinati a chi intende avviare una nuova impresa agricola mediante l’acquisto di un terreno (per approfondire clicca qui).
Ove presente, infatti, la mano di un giovane si sente. Le imprese agricole in mano ai giovani hanno 2 qualità fondamentali: sono estremamente digitalizzate (le aziende informatizzate dei giovani sono il 33,6% contro il 14% dei non giovani) e innovative (il 24,4% dei giovani ha realizzato innovazioni contro il 9,7% dei non giovani).
Inoltre, i capo azienda giovani prediligono aziende più grandi della media, con terreni in affitto e non di proprietà e con almeno un’attività connessa (es. agriturismo). Sono inoltre propensi alla pratica biologica e alla commercializzazione dei prodotti aziendali.