Reddito di Cittadinanza, se i percorsi di formazione obbligatori della durata di sei mesi sembrano lontani, la possibilità che i percettori possano addirittura ottenere un posto di lavoro sembra essere una chimera.
La conferma arriva da un dato politico e uno statistico. Quanto al primo basta ricordare che a distanza di un mese dall’entrata in vigore della Manovra di Bilancio, il provvedimento che ha stabilito che dal 1° gennaio 2023 i percettori occupabili sono obbligati ad un percorso formativo della durata di 6 mesi che li deve condurre ad un posto di lavoro, il Governo non ha ancora dato il via ai corsi di formazione e riqualificazione del personale, né esiste al momento un progetto per la sua attuazione. Inoltre la formazione immaginata dalla legge di Bilancio non sembra parlare in maniera organica con il Programma GOL, Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL), partito nel 2021 e decollato a partire dalla seconda metà del 2022 con la presa in carico da parte dei Centri per l’impiego di circa 709.127 persone (il doppio del target previsto a livello Ue).
Se si osserva il dato statistico che ci arriva da ANPAL, che gestisce l’intero Programma per conto del Ministero del Lavoro, ci arrivano conferme circa il fatto che i percettori RdC sono solo una parte minoritaria dei soggetti coinvolti e riescono a ricollocarsi più facilmente se sono anche beneficiari NASpI. I percettori RdC che ricevono anche l’indennità di disoccupazione dimostrano di essere quelli che sono più agevolmente inseribili nel mondo del lavoro.
“La platea del Programma – si legge sul Report ANPAL – è rappresentata prioritariamente da persone in cerca di occupazione soggette alla cosiddetta condizionalità: il 55,8% dei presi in carico sono disoccupati che hanno fatto domanda di Naspi o DisColl, il 24,4% sono beneficiari di Reddito di Cittadinanza e di questi il 3,8% sono anche beneficiari di Naspi o DisColl. Il restante 19,8% rientra in altre categorie di disoccupati non soggetti a condizionalità. La distribuzione dei target prioritari per regione presenta, come era lecito aspettarsi, una quota di percettori di RdC più elevata nelle Regioni del Sud Italia, con incidenza che in Sicilia supera il 50%”.
“Se si analizzano i percorsi – continua la nota – cui sono stati indirizzate le diverse tipologie di beneficiari, emerge chiaramente come i percettori di Reddito di Cittadinanza privi di Naspi risultano maggiormente lontani dal mercato del lavoro (solo il 12,8% nel percorso 1) e quindi indirizzati ai percorsi di reskilling (54,1%) e di lavoro e inclusione (9,2%), con quote decisamente più elevate di quanto rilevato per tutti gli altri target del Programma”.
Insomma solo circa un quarto del totale dei beneficiari del Programma GOL prende il Reddito e di questi solo il 12,8% finisce nel Percorso 1, quello dei più facili da ricollocare (contro il 73,2% di chi è in Naspi più facilmente ricollocabile). La sintesi è che fino ad ora grazie a GOL sono 64.000 i beneficiari dei percorsi che hanno avuto un’offerta di lavoro: di questi solo 4 mila sono percettori RdC.