La formazione dei percettori del Reddito di cittadinanza obbligatoria per 6 mesi a partire dal 2023 non partirà subito. E questo si è già capito da giorni.
Ma ieri è arrivata la conferma ufficiale. Con la Ministra del Lavoro Marina Calderone che rispondendo ad un question time al Senato, non senza difficoltà, si è limitata a dare i numeri di quei beneficiari RdC che sono stati coinvolti dalla formazione del Programma GOL (circa 173.000 persone) che però era partito già prima della Legge di Bilancio.
La risposta della Ministra, ex Presidente dei Consulenti del Lavoro, non ha soddisfatto i senatori interpellanti. E così anche la senatrice Maria Stella Gelmini, Azione, che replicando alla Calderone ha fatto delle dichiarazioni che aprono ad una cruda realtà: la formazione di percettori RdC, ancor più urgente per coloro che perderanno il sussidio dopo appena 7 mesi nel 2023, sarà oggetto di rinvio.
Ecco il discorso “verità” della Gelmini:
“Ringrazio il Ministro, ma non possiamo dire che i nostri dubbi siano totalmente dissipati, considerato che da un Governo e da una maggioranza che si dichiaravano pronti, francamente ci saremmo aspettati una riforma del reddito di cittadinanza già all’interno della legge di bilancio. Così non è stato: avete preferito prendere tempo (circa sette mesi) per realizzare forse più in là la riforma. È vero che ci sono alcuni percettori del reddito di cittadinanza inseriti nel programma GOL, ma leggendo la nota di monitoraggio allo stesso programma risultano non essere superiori al 24,4 per cento (circa 150.000 percettori di reddito). Mi pare che sia una percentuale piuttosto modesta.
Con riferimento all’adempimento degli obblighi di istruzione, anche in questo caso mi pare che ci sia un ritardo, perché non risulta che sia stato ancora stipulato il protocollo fra il suo Ministero e il Ministero dell’istruzione.
La nostra preoccupazione e il nostro timore è che tutto cambi perché nulla cambi, e che accumulando questi ritardi alla fine, anziché trovarci una riforma del reddito di cittadinanza tra qualche mese, voi dobbiate ricorrere all’ennesimo rinvio. E questo sarebbe davvero un peccato per il Paese e per tutti coloro che aspettano invece un forte potenziamento delle politiche attive”.