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Nuovo RdC, Ministra a Canale 5: da 18 a 59 anni daremo questo contributo

Cancellazione Reddito di Cittadinanza, se i cittadini minorenni, over 60 o disabili sono al sicuro e non verranno coinvolti (e con loro anche le rispettive famiglie), le persone tra i 18 e i 59 anni che possono lavorare dovranno presto dire addio al sussidio così come conosciuto finora e rimboccarsi le maniche per trovare un impiego.

La conferma arriva, ancora una volta, dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, stavolta in diretta televisiva su Canale 5 durante la puntata di Mattino Cinque di giovedì 30 marzo.

“Che cosa succederà alle persone che oggi percepiscono l’assegno e che non rientrano nella categorie dei soggetti da tutelare?chiede il giornalista Francesco Vecchi alla ministra:

‹‹Questa è la seconda platea di soggetti. Partiamo sempre da quello che abbiamo fatto in manovra di bilancio. Per questi soggetti sono previste 7 mensilità di Reddito di Cittadinanza nel 2023 però poi il nostro compito, in questo caso, il nostro obiettivo, è quello di rendere più efficace l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e quindi a riaccompagnare a una dimensione lavorativa questi nuclei familiari e questi soggetti in particolare. Io credo che sia importante guardare anche a come è composta questa platea, che al primo di gennaio era costituita da 334.000 nuclei familiari, il 75% era costituito da nuclei con un unico componente quindi stiamo parlando di tantissimi single. Il compito è quello appunto di rendere efficaci le politiche al lavoro: questo mismatch l’anno scorso ci è costato 38 miliardi››.

Insomma, nessuno verrà abbandonato: gli occupabili verranno accompagnati nella ricerca di un impiego così da essere (re)inseriti il prima possibile nel mercato del lavoro. D’altronde, rafforzare le politiche attive è lo scopo che l’attuale Governo si è sempre posto, soprattutto considerando il fallimento del RdC sotto questo punto di vista: ‹‹negli ultimi anni abbiamo investito 25 miliardi nel reddito di cittadinanza, non è diminuita la povertà e abbiamo ancora 600.000 lavoratori che alla data di insediamento del governo, il 22 di ottobre del 2022, non erano ancora stati presi in carico dai servizi›› sottolinea Calderone.

Ma in realtà la situazione non sembra così drastica come appare all’inizio: per gli occupabili, infatti, il Governo ha comunque previsto un sussidio economico e non si limiterebbe solo a una “strategia di reinserimento”. A incalzare la ministra su questo argomento è lo stesso Vecchi, che le chiede: “mi conferma che per questi soggetti l’assegno sarà più basso di quello attuale?”.

‹‹Sarà una misura di politica attiva, questo credo che sia importante. Poi sulla base di questo ovviamente sarà dimensionato anche il contributo che verrà corrisposto però credo che questo non sia non sia indicativo perché deve essere invece identificata quella che è la misura›› risponde Calderone.

Insomma, anche se ancora non si sa di quanto, un assegno nell’aria c’è.

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