Cgil risponde alle proposte di Confindustria: no al CCNL “leggero”

Dopo la lettera del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi a Il Messaggero, con cui chiedeva alle organizzazioni sindacali di puntare sulla contrattazione di secondo livello non si è fatta attendere la risposta della Cgil con la Segretaria Confederale Ivana Galli che ha dichiaratp:Impensabile un contratto nazionale leggero per spostare tutto sulla negoziazione decentrata. Come è impensabile rinnovare contratti con aumenti vicini allo zero: iniziamo a riconoscere il lavoro delle persone che nell’epidemia hanno dimostrato senso di responsabilità”

“La premessa di ogni ragionamento – spiega Galli – è che i contratti vanno rinnovati, troppi negoziati sono ancora fermi da anni. Al presidente Bonomi dico che non è pensabile un contratto nazionale leggero, che agisca solo da cornice, per spostare tutto sulla contrattazione decentrata che in Italia riguarda solo il 25-30% delle imprese”.

Al contrario è necessario puntare con decisione sul lavoro. “Condivido l’idea che occorra investire sul lavoro, spingere sulla produttività, sulla formazione. Ma non è pensabile rinnovare contratti ad aumenti salariali vicini allo zero, possiamo piuttosto ragionare sul regime orario, trovare percorsi per incrementare la produttività. Ma senza mettere in discussione l’incremento economico del contratto nazionale come riconoscimento del lavoro di uomini e donne, che anche durante l’epidemia hanno fatto prevalere il senso di responsabilità, nonché per favorire la ripartenza della domanda interna”.

Dunque per la Cgil va ribadita la centralità del contratto collettivo nazionale e gli strumenti di tutela, come il salario, che questo riesce a garantire.

Fonte: Collettiva.it