“Abbiamo preso Autostrade…”. Le parole di un ministro dopo una lunga e sofferta nottata di riunione sono il segnale della soddisfazione nel governo per aver portato a casa un risultato che ha evitato spaccature nel fronte rosso-giallo. Il dossier si trascinava da tempo e quando il ministro Gualtieri ha portato sul tavolo la proposta di mediazione che presupponeva l’uscita dei Benetton si è subito capito – osserva la stessa fonte – che la strada della revoca era ormai un vicolo cieco. Perché il presidente del Consiglio Conte sulla possibilità di revocare la concessione ha insistito fino all’ultimo. Ad un certo punto sono arrivate le pizze e le birre e poi perfino i cornetti per svelenire il clima di tensione e preoccupazione.
Era quasi mezzanotte quando il ministro della Difesa Guerini in apertura del Cdm ha portato sul tavolo del Consiglio dei ministri la pagina del ‘Fatto quotidiano’ in cui figuravano alcuni ‘big’ dem come responsabili di chi rema contro il governo. Ma se non ho detto nulla neanche quando la De Micheli ha fatto pubblicare la lettera che mi aveva inviato?, gli ha risposto il premier. Sono stati pochi i momenti di scontro, perche’ la vera ‘partita’ si è giocata all’interno di una sala della sede del governo tra Conte e il ministro dell’Economia Gualtieri. Mentre il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture De Micheli ha preso parte della riunione solo successivamente e mentre altri ministri, come la renziana Bellanova, non nascondevano il proprio disappunto per il metodo scelto.
Dopo ore di trattativa la fumata bianca. Con tutto il governo e la maggioranza che ora tirano un sospiro di sollievo. Certo, dietro le quinte, c’è chi non nasconde le proprie perplessità. Se da Iv si dice che “si poteva fare meglio e prima” anche tra i gruppi parlamentari del Pd e del Movimento 5 stelle si segnalano dubbi. “Ora chi fa la valutazione dell’azienda? È stata una operazione necessaria ma populista”, dice per esempio un ‘big’ dem. Allo stesso tempo un’ala dei pentastellati non approva la soluzione adottata: “Ora i Benetton stanno festeggiando…”, azzarda un senatore.
Polemiche, veleni e ancora sospetti ma sta di fatto che la ‘mina’ Autostrade per ora è stata disinnescata. “La legislatura è più stabile, arriveremo al 2023”, la convinzione ora di tanti nella maggioranza. Ma dietro le quinte rispunta la solita voce di un rimpasto dopo l’estate. “Voi che ne pensate se a settembre si fa un rimpasto?”: la domanda di un ministro del Movimento 5 stelle è stata recapitata, riferiscono fonti parlamentari, in casa del Pd anche oggi. Il tema non è piu’ ‘tabuù da diverse settimane e anche se di solito è il ‘general agosto’ a portare l’argomento sotto l’ombrellone degli italiani nel governo e nella maggioranza se ne comincia a discutere sempre di più.
I ministri che rischiano
Perfino in casa pentastellata non si nasconde la possibilità che a settembre, dopo le Regionali e il referendum sul taglio dei parlamentari, possano esserci dei cambi nelle varie caselle dell’esecutivo. Al di là del balletto dei nomi dei ministri che sarebbero sulla ‘graticola’ (tra questi Azzolina, Pisano, Catalfo, De Micheli) è pur vero che il premier Conte non ha mai fatto capire di voler aprire il ‘dossier’. A spingere su un ricambio nel governo è anche un pezzo del Pd ma il tema finora è stato derubricato a ‘gossip’. Solo che le spinte soprattutto nei gruppi parlamentari sono sempre più forti e diversi ‘big’ della maggioranza dietro le quinte non escludono un’ipotesi del genere alla ripresa dei lavori.
Nel Movimento 5 stelle c’è fibrillazione anche perché il timore è che non ci sia chi possa fungere da garante. Il presidente del Consiglio Conte si è sempre dichiarato soddisfatto della sua squadra “ma – osserva per esempio un ministro M5s – sono in tanti che spingono”. “In questo modo Conte potrebbe blindarsi”, osserva un sottosegretario. Deputati e senatori M5s, in attesa di capire chi sarà il prossimo capo politico (gli Stati generali ci saranno solo dopo le Regionali, l’obiettivo dei ‘governisti’ e’ quello di far proseguire il lavoro portato avanti da Crimi), si interrogano sulle prossime mosse dell’esecutivo.
L’esito del ‘dossier Autostrade’ è stato comunque accolto positivamente nelle chat dei parlamentari. Tanti senatori M5s hanno applaudito Conte al suo arrivo nell’Aula di palazzo Madama, altri si interrogano sugli incontri di Di Maio che ha smentito più volte operazioni per destabilizzare il governo.
Al di là delle tensioni che spesso si manifestano quando sono in ballo dossier scottanti in casa dem è la De Micheli ad essere finita nel mirino della maggioranza. Non solo di una parte del Movimento 5 stelle ma anche all’interno del Pd c’è chi sotto traccia non nasconde perplessità per la pubblicazione della lettera indirizzata a marzo al premier Conte nella quale la ministra chiedeva di privilegiare la strada della trattativa con Benetton. Fino a settembre da più parti, anche in Italia viva, si esclude che ci possano essere delle modifiche della composizione di governo.
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Fonte: agi.it