Sindacati, Pd e Cinque Stelle spingono per rivedere la scadenza del 30 giugno della fine del blocco dei licenziamenti per industria ed edilizia, e spingono sul Presidente del Consiglio Mario Draghi per trovare una soluzione alternativa tramite un emendamento parlamentare. Nel frattempo, aumentano le spaccature nella maggioranza, con la Lega di Salvini che si dice in sintonia con la decisione di Draghi e va contro la proposta dello stesso ministro leghista Gianfranco Giorgetti di prorogare il blocco in maniera selettiva, per i settori più in crisi.
Secondo il quotidiano La Stampa in edicola oggi la posizione di Palazzo Chigi in merito al blocco dei licenziamenti che è emersa dopo l’incontro tra il premier e il leader leghista Matteo Salvini è la seguente:
“Ogni richiesta di ulteriore proroga – spiegano da Palazzo Chigi – servirebbe solo per dare un calcio alla lattina. Anche l’ipotesi di spostare la scadenza in avanti per alcuni settori è valutata negativamente. <Si creerebbero disoccupati di serie A e di serie B>, dice una fonte che chiede di non essere citata. Al momento l’unica soluzione considerata plausibile è un ulteriore allargamento dell’indennità di disoccupazione, già rafforzata per tutto il 2021, e nel frattempo un’accelerazione della riforma degli ammortizzatori sociali“.
Al momento, Palazzo Chigi non sembra intenzionato a concedere un’ulteriore proroga del blocco dei licenziamenti per industria ed edilizia, nemmeno per i settori più in crisi. Tale decisione viene giustificata dal fatto che si tratti di settori in crescita, che hanno bisogno di assumere e tornare sul mercato. Dal primo luglio, dunque, sembrerebbe ormai inevitabile la scadenza del blocco e una ripresa dei licenziamenti, ma per evitare il disastro sociale Draghi sarebbe disposto ad allargare e potenziare i sussidi di disoccupazione – nello specifico la Naspi, indennità mensile di disoccupazione – e a spingere per trovare al più presto un compromesso sulla riforma degli ammortizzatori sociali, misure finalizzate al sostegno del reddito.
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