La conferma è arrivata anche con il testo definitivo del Decreto Aiuti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: il Bonus 200 euro – cd. bonus anti-inflazione – sarà erogato e spetterà ai lavoratori dipendenti, pensionati, percettori NASpI/DIS-COLL, Reddito di cittadinanza e ai lavoratori domestici come colf e badanti.
Vediamo insieme quali sono i requisiti per averlo e come il Bonus da 200 può passare a 400 euro in una famiglia.
Il primo e più importante requisito per ricevere l’Indennità Una tantum di 200 euro è non avere un reddito individuale superiore ai 35.000 annui.
I 35.000 euro costituiscono un limite che tiene presente del reddito individuale di ciascun cittadino e non anche quello familiare, che pertanto è da considerasi escluso.
Il pagamento avverrà nel mese di luglio.
Una particolarità (finora poco osservata) del Decreto, è che il Bonus di 200 euro può, con molta facilità, moltiplicarsi in un doppio Bonus facendo così arrivare 400 euro nelle tasche delle famiglie. Come? E’ semplice. Il Decreto, in tutte le parti in cui disciplina l’indennità Una tantum – che viene erogata una sola volta – chiarisce che è destinata al singolo soggetto e dunque non alla famiglia.
In altri termini il Bonus 200 euro spetta a ciascun pensionato, lavoratore dipendente, percettore NASpI, ecc. Ciò vuole dire che se in una famiglia ci sono 2 soggetti (o fosse anche più di 2) tra questi beneficiari, il Bonus 200 euro può “moltiplicarsi“. Prendiamo ad esempio il caso della lavoratrice dipendente sposata (o convivente) con un pensionato: ciascuno di lavoro riceverà il Bonus, 200+200, per un totale di 400 euro.
Chiarito che il Bonus 200 euro spetta ai percettori del RdC, occorre però dire che esso sarà erogato solo ad una determinata platea. Il decreto infatti fissa una importante condizione per accedervi: nel nucleo familiare uno degli altri membri non deve prendere il Bonus ad altro titolo.
Conseguentemente, quello che abbiamo chiamato il “raddoppio” – vale a dire la possibilità di avere 400 euro a famiglia – però non spetta a quelle famiglie in cui c’è un/una beneficiaria del Reddito di cittadinanza che sta nello stesso nucleo con:
Il decreto infatti prevede espressamente che “l’indennità non è corrisposta nei nuclei in cui è presente almeno un beneficiario delle indennità di cui all’articolo 31, e di cui ai commi da 1 a 10 del presente articolo”, in altre parole i lavoratori dipendenti e tutte le altre categorie.
Insomma nelle famiglie con Reddito di cittadinanza il titolare riceve il Bonus 200 euro solamente se gli altri membri non lo hanno ricevuto ad altro titolo (pensionato, dipendente, ecc.). Un evidente stortura del Decreto che non mette sullo stesso livello situazione sostanzialmente identiche.
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